La Casa Bianca ha  chiesto più opzioni militari per un ipotetico blitz contro Pyongyang, e il Pentagono  potrebbe avere una soluzione militare, dai rischi limitati.

La nuova strategia statunitense potrebbe prevedere lo sviluppo di testate nucleari a potenza ridotta, anche di un solo kilotone, cioè di 17 volte meno potente della bomba sganciata il 6 agosto 1945 su Hiroshima. Una ‘bomba’ che permetterebbe di effettuare attacchi ‘chirurgici’ con numero ridotto di vittime, con l’obiettivo di danneggiare il nemico senza scatenare una rappresaglia termonucleare da ‘The Day After’.

Ma l’idea della Difesa Usa si basa sul rendere più probabile l’uso dell’atomica, partendo dal presupposto che un ordigno meno potente delle attuali bombe all’idrogeno, in media di 50 megatoni, potrebbe essere usato con rischi ridotti di una risposta dello stesso tipo, ma è solo un’ipotesi.

Sarebbe anche un ritono al passato, con un arsenale formato da missili o testate, trasportate da bombardieri e sottomarini super potenti, ma anche di ‘atomiche tattiche’, già viste durante la guerra fredda, utilizzabili su un campo di battaglia e sparate da pezzi d’artiglieria di dimensioni normali.

I nuovi ordigni sostituiranno i vecchi, anche perché molti di quelli già disponibili saranno appunto ammodernati e depotenziati. E’ la cosiddetta ‘Nuclear Posture Review’ (revisione della strategia sul nucleare) sposata dal Pentagono sotto il presidente Donald Trump.