Matteo Salvini e nuovo Codice della strada: allarme dei ciclisti sulla riforma

A distanza di tre anni, il Codice della strada diventa oggetto di nuove modifiche che riguardano gli automobilisti e non soltanto, perché in questa riforma vengono coinvolti anche altri utenti della strada. In fondo la mobilità è cambiata repentinamente. A partire da fine febbraio, con l’approdo in Commissione trasporti della Camera, l’iter per l’approvazione di nuove integrazioni e modifiche del Codice, cui sono state presentate oltre 700 emendamenti, sta per essere confermato in Parlamento.

Le nuove ipotesi normative, intanto, hanno già fatto scatenato le proteste di cicloamatori e delle associazioni ambientaliste, al pari di coloro che hanno battezzato il Codice in nuovo “codice delle stragi“.

L’offensiva del sindaco Matteo Lepore contro il nuovo Codice della strada («una controriforma», secondo il primo cittadino) divide ciclisti e automobilisti sotto le Due Torri. «Quella del sindaco e del Pd è una contestazione puramente politica e ideologica», attacca il presidente di Aci Bologna, Federico Bendinelli. Mentre il fronte dei ciclisti, dopo il flashmob di martedì in via Saragozza in difesa delle ciclabili su strada, si schiera con il sindaco contro la riforma voluta dal ministro Matteo Salvini. E lancia un allarme: «Con il nuovo Codice della strada — avverte il presidente della Consulta della bicicletta, Fabio Bettani — le bici a Bologna non potranno percorrere nemmeno le preferenziali».

Fabio Bettani che guida la Consulta della bicicletta, l’organismo comunale che mette insieme tutte le associazione di ciclisti bolognesi. «Il nuovo Codice della strada avrebbe l’obiettivo dichiarato di aumentare la sicurezza stradale — dice Bettani — ma nei fatti, con tutte le singole conseguenze che provoca, va nella direzione contraria». La riforma voluta dal governo Meloni «non solo renderà più difficile la realizzazione delle ciclabili — sostiene il presidente della Consulta della bicicletta — ma anche la creazione delle Ztl e l’installazione degli autovelox». Soprattutto sul fronte delle due ruote, sottolinea Bettani, le contraddizioni sono palesi: «Le corsie preferenziali aperte alle bici, che noi a Bologna abbiamo da sempre senza problemi, non potrebbero più essere percorse dai ciclisti. Al contrario resterebbe possibile renderle percorribile dai motocicli». E le ciclabili disegnate su strada che per il Mit vanno semplicemente archiviate? «Via Saragozza è la prova che funzionano. In quattro anni — rivendica Bettani — sono calati gli incidenti e i ciclisti sono aumentati del 30%».

Cambia la vita per chi viene sorpreso alla guida con il cellulare in mano, o all’orecchio. Infatti, con la riforma viene attivata la sospensione breve della patente che varia da una settimana a 15 giorni a seconda dei punti che si hanno a disposizione. Mutano anche le sanzioni: dal minimo di 250 al massimo di 1000 euro, raddoppiate rispetto a quelle in vigore che sono di 165 e 660 euro. In caso di recidiva la multa cresce da un minimo di 350 a un massimo di 1400.

La riforma del Codice della strada introduce limitazioni alle sanzioni per le infrazioni rilevate tramite autovelox. Prima di tutto viene varata la fattispecie delle “Sanzioni per violazioni multiple“, così composta: se un veicolo commette più violazioni in un tratto stradale gestito dallo stesso ente e nel corso di un’ora, verrà applicata una sola sanzione, quella più elevata, aumentata di un terzo se risulta più favorevole.

Poi, scatta anche la “verifica periodica degli autovelox”: per assicurare la funzionalità degli autovelox (le vittime preferite di Fleximan), in merito a taratura e correttezza, è stato introdotto l’obbligo di verifiche periodiche. In passato molti automobilisti hanno vinto ricorsi contro le sanzioni proprio perché gli autovelox non risultavano completamente a norma.

Infine, è prevista la “Destinazione delle sanzioni“: quelle derivanti da violazioni dei limiti di velocità dovranno essere destinate in via prioritaria a interventi per la sicurezza dalla circolazione stradale.

Cambio radicale anche per i motociclisti che ottengono lo status di utenti vulnerabili della strada, in considerazione della natura instabile del mezzo e della mancanza di protezione: in caso di incidente si viene sbalzati dalla sella. Dunque, per loro arrivano sia dei guard rail più alti che una terza fascia (sempre nei guard rail) per proteggere i centauri in caso di incidente.

Infine, le moto 125 guidate da maggiorenni possono percorrere le autostrade e tangenziali che in precedenza erano riservate solo alla categoria 150.

La riforma del Codice della strada tocca anche i neopatentati. Innanzitutto, per il rilascio del foglio rosa è obbligatorio effettuare un numero minimo di esercitazioni in autostrada o su strade extraurbane, anche in condizioni di visione notturna, con un istruttore abilitato e autorizzato.

Poi, viene confermato l’innalzamento dei limiti di potenza, nei primi tre anni dal conseguimento della patente: presto il divieto di guida scatterà per veicoli con potenze superiori a 75 kW/t (adesso è di 55) e per autovetture con potenza massima di 105 kW (adesso è di 70).

Non solo nei centri urbani, le Zone a Traffico Limitato (ZTL) verranno introdotte con lo scopo di aumentare la sicurezza pubblica e la fluidità della circolazione. Queste aree possono essere istituite per vari motivi, tra cui la tutela della salute e la qualità dell’aria, la salvaguardia di ambiti di rilevanza culturale, paesaggistica o naturalistica.

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