25 aprile e Liliana Segre: ‘Non ho firmato alcuna mozione sul 25 aprile’

Pd, M5S e le altre forze di opposizione nella loro mozione sul 25 aprile prendono in prestito le parole della senatrice a vita Liliana Segre, che nel chiedere di celebrare in modo unitario il 25 aprile, si auspica “gesti nuovi e magari inattesi” che potrebbero avere “grande valore d’esempio”. L’inserimento del nome e delle parole di Liliana Segre sono apparse come una strumentalizzazione alla maggioranza che, come noto, ha presentato un’altra mozione.

E deve aver pensato a una strumentalizzazione la stessa Liliana Segre visto che il suo ufficio stampa ha oggi diffuso una nota in cui di fatto si dissocia dall’iniziativa: “La senatrice a vita Liliana Segre, in riferimento ad affermazioni apparse sulla stampa, e nel dibattito pubblico, precisa di non essere promotrice, né firmataria di alcuna mozione, di quelle oggi in discussione nell’Aula del Senato”.

Il Senato ha approvato entrambe le mozioni sul 25 aprile. Quella della minoranza (Pd, M5S, Italia Viva) e quella della maggioranza a firma dei capigruppo di Fdi, Lucio Malan, Lega, Massimiliano Romeo e Fi, Licia Ronzulli.

La prima, approvata con 133 voti favorevoli e nessun contrario (un solo astenuto) impegna il Senato, richiamandosi alle parole della senatrice Segre, ad “adottare le iniziative necessarie affinché le commemorazioni delle date fondative della nostra storia antifascista si svolgano nel rispetto della verità storica condivisa e possano, solo così, essere terreno fertile per il mantenimento e la costruzione di un’identità collettiva e del senso di appartenenza a una comunità”.

La mozione della maggioranza (78 voti a favore e 29 contrari), dopo aver riconosciuto “l’importanza delle date che ricordano momenti fondamentali della storia dell’Italia unita, libera e democratica”, a partire da 25 aprile, chiedono che le giornate di commemorazione “rappresentino momenti di effettiva condivisione e partecipazione di tutte le componenti politiche e culturali che si riconoscono nei valori della libertà e della democrazia, e rafforzino i sentimenti di unità nazionale, di inclusione, di perseguimento del bene comune e, ove necessario, di riconciliazione”. Non mancano riferimenti ai valori della Costituzione, richiamata dalle parole di Mattarella – che la mozione ripropone – anche quando parlò dei “tragici fatti del 16 aprile 1973 a Primavalle, nel contesto della diffusa violenza politica di quegli anni, con il comune auspicio che mai abbia a ripetersi una simile stagione”.

Tra le ricorrenze citate, oltre al 25 aprile, ci sono «il primo maggio, Festa del lavoro, il 2 giugno, nascita della Repubblica e elezione dell’Assemblea Costituente, il 17 marzo, proclamazione del Regno d’Italia, il 4 novembre, Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate, e altre in memoria di pagine particolarmente significative come il 27 gennaio, Giornata internazionale in memoria delle vittime della Shoah, il 10 febbraio, Giorno del ricordo in memoria dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata, il 18 aprile, quando gli elettori italiani collocarono la nostra Nazione nel mondo libero e democratico, il 9 novembre, Giorno della libertà, quale ricorrenza dell’abbattimento del muro di Berlino».

In premessa, la mozione si richiama «alla Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa e in particolare alla “posizione unanime – in essa espressa – contro ogni potere totalitario, a prescindere da qualunque ideologia”, e segnatamente contro il nazismo, il fascismo, il comunismo.

Intervenendo in aula il senatore Malan, capogruppo di FdI, ha replicato a Francesco Boccia del Pd: “Non ci avete visto arrivare – ha esordito ironicamente – non avete capito la nostra mozione, i valori in essa proposti, voi avete difficoltà a fare condivisione. Ma noi votiamo la mozione che voi avete presentato, che voi dite inclusiva, ma che avete presentato senza chiederci una condivisione. insomma voi presentate la mozione e noi dovremmo votare senza discutere”.

Ha poi ricordato che il 25 aprile in molte occasioni si è rivelato un giorno di divisioni, come quando sono stati fischiati i partigiani della Brigata ebraica o come quando è stata spintonata Letizia Moratti che partecipava alle celebrazioni. “Voi – ha detto ancora – ci rimproverate perché nella nostra mozione non c’è la parola antifascismo ma quella parola non c’è neanche nella Costituzione. Piuttosto voi dimenticate che la Costituzione fu approvata con l’apporto dei comunisti ma c’erano anche altre formazioni. Noi riteniamo che si debba essere ben coscienti del fatto che non vogliamo vivere in un eterno 1944. Poi è venuto il 1945. Noi siamo per la fine della guerra”.

“Il 25 aprile – ha concluso – è data fondamentale, se non fosse stato sconfitto il fascismo non avremmo avuto la Costituzione, ma se il 18 aprile del ’48 non fosse andata come è andata, ci sarebbe stata un dittatura di altro tipo”.

Polemiche per le parole di Ignazio La Russa che, in un colloquio con Repubblica, ha detto che “nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo. Credo che ciò accadde sotto la spinta dei partiti moderati che non volevano fare questo regalo al Pci e all’Urss”. Il presidente del Senato “ha detto che l’antifascismo non è in Costituzione, noi diciamo che l’antifascismo è la nostra Costituzione”, ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein.

‘’Il mio 25 aprile? Metterò d’accordo tutti”. Ringrazio il giornalista che ha lecitamente trasformato in “colloquio” un veloce scambio di parole avvenuto ieri alla buvette del Senato, ha poi spiegato il presidente del Senato Ignazio La Russa in una nota:  ‘Mi preme però sottolineare che, come riportato anche dalla  agenzia, il mio riferimento non era “all’antifascismo” ma all’assenza in Costituzione della “parola antifascismo”, essendo i valori della Resistenza, a cui mi sono esplicitamente richiamato, espressi in positivo nella prima parte della Costituzione. Con tale dovuta e necessaria correzione, ritengo venga meno qualsiasi interpretazione contraria al mio pensiero. Il 25 aprile ho modificato gli impegni internazionali assunti da tempo e sarò all’Altare della Patria a fianco del presidente della Repubblica”.  La mattina si recherà all’ Altare della Patria poi partirà alla volta di Praga per partecipare alla riunione dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi Membri dell’Unione europea (Praga) e poi alle 15 sarà alla commemorazione, con la deposizione di una corona al Monumento di Jan Palach in Piazza San Venceslao.

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