Visita solitaria, surreale e vittimista, di Elly Schlein, ex amministratrice, nei luoghi dell’alluvione in Romagna

Elly Schlein, da ex amministratrice,  si affaccia nelle zone colpite dall’alluvione in Romagna con una   visita sotto tono, che affronta da ex amministratrice della Regione, orfana del governatore Bonaccini che 48 ore prima ha accolto a braccia aperte Giorgia Meloni e che ha ringraziato premier e governo per la vicinanza dimostrata e la tempestività degli aiuti disposti. O meglio, per aver organizzato una gestione il più possibile condivisa dell’emergenza alluvione e dell’assistenza alla popolazione colpita, garantendo a cittadini, famiglie e aziende – con una piattaforma di proposte definita insieme dall’intero sistema regionale – ristori e sostegno rapidi e adeguati.

Niente applausi, passerelle e strette di mano rilanciate sui social. Una missione in versione controfigura, quella della Schlein in Emilia Romagna, che smonta in poche ore la sceneggiatura sulla segretaria “armocromata”, imbastita in questi mesi dai quotidiani “amici”.

Elly Schlein è ben lontana dal conquistare il cuore degli italiani ma è incline a perdere i consensi degli elettori…

Sempre riguardo alle azioni della Schlein, il Vittorio Feltri afferma: “Non possiamo che deplorarla perché si rivela ogni giorno una dilettante allo sbaraglio, incapace di avere una visione da adulta dei problemi del Paese“.

Il problema politico è che la radicalizzazione impressa da Elly Schlein al Pd ha impedito al suo partito di esprimere una linea politica che non sia il darsi un profilo estremista per sfidare il governo e presentarsi così tra un anno alle elezioni europee, snodo della legislatura e non solo.

Parliamo di profilo estremista dotato di poca o nulla disponibilità a cercare mediazioni, rigidità ideologica, intransigenza e mancanza di pluralismo interno, acquiescenza nei confronti dell’intolleranza se non della violenza, vittimismo nei confronti del potere.

Persino lo slogan schleiniano «la sinistra deve fare la sinistra», in sé banale, suona come un monito a non deviare dalla retta via, denota l’ansia di alzare steccati, evoca un preliminare desiderio di tagliare le unghie a chi volesse esplorare altre e meno ortodosse strade, assenza di  dibattito interno.

La Schlein,  che non a caso viene da un’altra scuola – non è chiarissimo quale, ma anche per la sua giovane età non è certo quella degli storici partiti democratici.

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