Trattativa Stato mafia: convocata Marina Berlusconi

Anche Marina Berlusconi è stata convocata dai pm di Palermo. La figlia dell’ex premier infatti, sarebbe coinvolta nella presunta estorsione messa a segno dal senatore del Pdl Marcello Dell’Utri nei confronti dell’ex presidente del Consiglio. Reato per il quale il senatore pidiellino è iscritto nel registro degli indagati. Intanto questa mattina al palazzo di Giustizia di Palermo, si è aperto il processo d’appello nei confronti di Marcello Dell’Utri accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. “ E’ un processo politico, non l’avete capito?” ha risposto il senatore ai cronisti entrando in tribunale. “Questa storia è cominciata nel ’96 – ha proseguito – e poi si sono aggiunte una storia dopo l’altra, un’indagine dopo l’altra. Fortuna che io mi lascio scivolare tutto addosso, altrimenti mi sarei ammalato e invece sto bene. Diciamo – ha concluso il senatore – che sono portatore sano di cancro giudiziario”. “Questi magistrati sono malati, sono morbosi. Non lo vedete che ogni giorno ce ne è una?” ha concluso.

Trattativa Stato -mafia, per Berlusconi legittimo impedimento. Non ha testimoniato al processo sulle trattative stato mafia ,Silvio Berlusconi. L’ex premier era stato convocato lunedì scorso come teste dai pm di Palermo che si occupano dell’inchiesta, ma il Cavaliere non si è presentato, opponendo il legittimo impedimento. Secondo quanto riportato da alcuni giornali, gli inquirenti avrebbero voluto sentire Berlusconi in particolare per approfondire un aspetto: i presunti rapporti tra Marcello Dell’Utri ed esponenti mafiosi. Lunedì Berlusconi ha partecipato al workshop con economisti e politici a Villa Gernetto. Secondo quanto scrive Repubblica, i pm sarebbero interessati a chiedere all’ex premier di alcune spese fatte per conto di Dell’Utri o di “prestiti infruttiferi” fattigli negli ultimi anni. In particolare per gli inquirenti risulta importante chiarire le circostanze relative all’acquisto da parte dell’ex premier della villa di Dell’Utri sul lago di Como per quasi 21 milioni di euro, a fronte di un valore dell’immobile che sarebbe stimato in circa nove milioni. Nell’inchiesta della procura di Palermo – scrive Repubblica – Marcello Dell’Utri è indagato insieme, tra gli altri, all’ex ministro Nicola Mancino, al senatore Calogero Mannino e ai generali dei carabinieri Mario Mori e Antonio Subranni. Dell’Utri è già stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa; condanna prima confermata in appello, poi annullata con rinvio dalla Cassazione. Proprio oggi, a Palermo, ricomincia quel processo d’appello.

Intanto Palazzo Grazioli tiene a precisare: “Tutte le dichiarazioni attribuite stamani dal quotidiano ‘La Repubblica’ al Presidente Berlusconi, in merito alla vicenda di Palermo, sono destituite di ogni fondamento”.

Ma si sa la giustizia in Italia ha tempi biblici. C’è da aspettarsi quindi che la verità non venga mai a galla. Di sicuro, non sarebbe la prima volta.

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