Trapani. Blitz Gdf su tangenti, in cella imprenditore fotovoltaico

C’è anche il noto imprenditore trapanese, Vito Nicastri, tra i 5 arrestati nell’ambito del blitz relativo al giro di mazzette e false fatturazioni legate alla fatturazione di impianti eolici. Nicastri, 56 anni, titolare di una società che ha sede ad Alcamo, in provincia di Trapani, avrebbe pagato tangenti per avere autorizzazioni. In carcere sono finiti anche Alberto Adamo, 76 anni, rappresentante legale di una società cartiera costituita, secondo gli investigatori, per emettere fatture per operazioni inesistenti per oltre 3,1 milioni di euro; Vincenzo Nuccio, funzionario dell’Ufficio demanio e servitù militari di Palermo, competente nel rilascio di autorizzazioni per impianti eolici. In cella anche il figlio Francesco Nuccio, 35 anni, che avrebbe eseguito fittizie consulenze per Nicastri per nascondere che dietro le movimentazioni di denaro c’erano tangenti e Claudio Sapienza, 53 anni, socio di un’altra società cartiera, che emetteva false fatture.A far scattare le indagini, durate circa due anni, è stato un imprenditore danneggiato dalle pratiche corruttive messe in atto da Nicastri. L’inchiesta ha permesso di accertare che il titolare del gruppo imprenditoriale ha elargito al funzionario infedele ora in pensione 60mila euro, mazzette mascherate con il pagamento di fittizie consulenze professionali commissionate al figlio di Nuccio, Francesco, all’epoca dei fatti neo laureato in ingegneria. Vincenzo Nuccio, così, è risultato particolarmente solerte, dietro il pagamento dei compensi illeciti versati al figlio, nell’accelerare la lunga ed onerosa procedura amministrativa, che prevede, prima del via libera in conferenza dei servizi alla realizzazione di un parco eolico, il rilascio anche 26 pareri procedimentali. Il rappresentante legale e il socio della società cartiera operante nel settore delle energie rinnovabili, invece, avevano il compito di emettere le fatture false che hanno permesso al gruppo imprenditoriale responsabile della truffa di costituirsi fondi neri da utilizzare per gli scopi illeciti, tra cui anche il pagamento delle tangenti.

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