Storica azienda italiana venduta ai francesi: le cifre dell’affare

“Dopo 80 anni di storia e di successi che hanno permesso al nostro gruppo di sviluppare le vendite in Italia e nel mondo, con una presenza in oltre 50 paesi, abbiamo scelto di affidarci ad un’altra impresa che, proprio come la nostra, sappia coniugare il rispetto delle tradizioni con lo sviluppo del brand“.

Frasi come questa se ne sono sentite a centinaia negli ultimi anni, in particolare a partire da quel periodo tra il 2007 e il 2008 che vide imprese, aziende e multinazionali di ogni continente finire in ginocchio a causa della più grande crisi finanziaria dal 1929, quella innescata dal default del gruppo bancario statunitense Lehman Brothers.

La più grande bancarotta della storia americana, che trascinò in un vortice depressivo le economie di alcuni dei più celebri gruppi imprenditoriali del mondo, le cui certezze fino ad allora si erano basate sulle garanzie che venivano date loro dalle banche. Ma si scoprì che questa grande bolla speculativa non aveva basi per nulla solide e la caduta dell’istituto di credito di New York ebbe ripercussioni a tutte le latitudini del globo.

Centinaia di imprese minori – schiacciate dall’incapacità di rientrare dagli investimenti compiuti nella certezza di essere supportate dagli enti bancari – si videro costrette a cedere la propria attività a gruppi più strutturati e resistenti, spesso provenienti dall’estero: è il caso dell’azienda di cui vi stiamo raccontando e che ha visto il proprio amministratore delegato pronunciare le parole di cui sopra.

“Questa scelta rappresenta la migliore garanzia di stabilità e successo per i dipendenti del nostro Gruppo e per i nostri prodotti. L’azienda a cui ci affidiamo ha dimostrato di avere una visione del presente e del futuro in linea con quelli che sono i valori professionali ed imprenditoriali che da sempre portiamo avanti”.

A parlare è Giuseppe Ambrosi, dirigente del Gruppo Ambrosi Spa, una delle holding italiane più attive (soprattutto nel Nord Italia e all’estero, in particolare in Francia, Svizzera, Austria, Germania e Olanda) per la produzione e la distribuzione di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, i due formaggi DOP italiani più conosciuti e consumati nel mondo.

Oltre 430 collaborazioni attive con partner provenienti da ogni angolo del pianeta per esportare e commercializzare le nostre eccellenze casearie. Un fatturato da oltre 420 milioni di euro che entro la fine dell’anno verrà ceduto (tramite un accordo di vendita dell’intero capitale aziendale) al gruppo francese Lactalis: si tratta di una multinazionale con sede a Laval (cittadina della Loira) che opera nel settore dell’agroalimentare e che vede tra le proprie consociate altre aziende italiane del settore, tra cui Parmalat.

Nella nota diffusa dal board della società italiana si legge che “l’accordo prevede la conferma dell’attuale management ad oggi insediato, con l’obiettivo di accelerare ulteriormente la crescita internazionale dell’attività in un periodo di grandi sfide per il nostro comparto”. L’ennesima eccellenza nostrana che da quel lontano 2007-2008 decide di affidarsi a gruppi esteri per non rischiare di imboccare la strada del declino e della stagnazione.

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