Genova è la città Capitale italiana del Libro per il 2023. A proclamarla, leggendo il verdetto della giuria nella sala Spadolini del Collegio Romano sede del Mic, è stato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano che durante l’annuncio ufficiale ha spiegato: «Promuovere la lettura è certamente fra i doveri fondamentali del mio ministero. E la Capitale del Libro, ovvero la proclamazione della città che per un anno simboleggia il valore della lettura, è una iniziativa che va in questa direzione».
Non solo. Perché concentrandosi sul valore della lettura, il ministro Sangiuliano ha sottolineato come «il libro non è un semplice oggetto, ma un mondo. Una dimensione etica, morale e spirituale, prima ancora che uno strumento di crescita culturale – ha osservato il titolare del Mic –. Aggiungendo a stretto giro che «ciascuno di noi, attraverso la lettura, migliora sé stesso perché è una proiezione della nostra personalità. E, per quanto mi riguarda, la lettura è come l’ossigeno: è fondamentale nella vita di una persona che si migliora quando legge un libro, perché vi trova un concetto o un’emozione».
Sempre nel contesto dell’annuncio della proclamazione di Genova capitale italiana del libro, Sangiuliano ha voluto anche replicare poi a chi lo ha definito come «espressione di una cultura molto libresca». «Chi lo ha fatto – ha commentato il ministro – pensava forse di criticarmi… Credo invece mi abbia fatto un bel complimento, perché io sono orgoglioso di ciò. Colleziono libri e ora mi farò consigliare per donare questa mia biblioteca, frutto anche di sacrifici economici personali. Purtroppo, conosciamo bene le statistiche italiane sulla diffusione della lettura. E basta andare in treno, o in bus o in metropolitana, per vedere come siano sempre meno le persone che leggono. Mentre sono sempre di più quelle che hanno in mano lo smartphone… e questo non è un bene».