Report, su Zan e Di Biase (Pd): ‘Loro società milionarie grazie ai Pride’

Report si è concentrato sugli affari della sinistra italiana e sul tema dei diritti civili. La puntata ha messo la sua lente d’ingrandimento sugli affari delle attività private dei due deputati del Pd: Alessandro Zan e Michela Di Biase.

Sarebbero due le società private gestite rispettivamente da Alessandro Zan e Michela Di Biase finite sotto l’inchiesta di Report, programma condotto da Sigfrido Ranucci, grazie a queste società hanno creato delle opportunità politiche e anche dei conflitti di interesse.

Questa accusa deriva dal fatto che le società fondate sono su dei temi fondamentali per l’attività politica del Paese e dei due soggetti: i diritti LGBGTQIA+ per Alessandro Zan e la parità di genere per Michela Di Biase.

Alessandro Zan (padre del Ddl Zan, la legge contro l’omolesbobiatransfobia) resta coinvolto in un conflitto di interesse con la sua società Be Proud Srl.

Secondo la trasmissione, il deputato dem è attualmente socio di maggioranza della società Be Proud Srl, organizzatrice del Pride Village di Padova, un festival LGBTQIA+ che ha ospitato anche Elly Schlein nell’ultima edizione e che ha registrato un incasso superiore a un milione di euro. Durante l’inchiesta condotta da Sigfrido Ranucci su Report, a Zan è stata posta la domanda se il Pride Village fosse considerato un evento a fini commerciali e se ciò costituisse un conflitto di interessi con la sua attività politica.

Nella clip, Zan ha risposto affermando che l’evento è concepito in modo tale che tutti i profitti siano reinvestiti nell’iniziativa, negando l’esistenza di guadagni personali. Ha anche precisato di aver prestato il suo nome per contribuire all’iniziativa, sottolineando che lo fa a titolo gratuito e con uno spirito di servizio. Be Proud ha effettuato un versamento di 50 mila euro alle casse del Partito Democratico.

Secondo quanto riportato da Report, la società B-Proud Srl è stata costituita con un capitale iniziale di tremila euro, con la partecipazione di tre soci, tra cui Alessandro Zan. Dai bilanci analizzati, emerge che nel 2022 la B-Proud ha registrato un fatturato di €1.322.803, con una perdita di €934. Nel 2021, il fatturato è stato di €148.311, con un utile di €117.401, mentre nel 2020 la B-Proud Srl aveva fatturato €333.726, con una perdita di €119.837. Report sottolinea che Alessandro Zan figura come amministratore unico e socio di maggioranza della B-Proud.

Nel reportage curato da Lorenzo Vendemiale e Carlo Tecce, a Michela Di Biase viene contestato di aver istituito anticipatamente una società dedicata alla consulenza per la certificazione della parità di genere, denominata Obiettivo 5, nella quale detiene una quota del 25%. Report suggerisce l’ipotesi che questo tempismo sia stato favorito dalle sue connessioni politiche, ovvero aver avuto conoscenza in anticipo, nel 2021, dell’emanazione di una legge appositamente dedicata. Sul sito di Obiettivo 5 si afferma che l’azienda “si impegna affinché la parità di genere sia principio fondamentale per una società inclusiva e sostenibile, dove successo economico e benessere sociale vadano di pari passo.

Obiettivo Cinque supporta le imprese a promuovere e sostenere un impegno concreto per una società inclusiva”. Nel portafoglio clienti dell’azienda figurano importanti aziende quali Novartis, Gucci, Philip Morris, Generali, Ibl Banca e Comin & Partners.

Si legge su La Verità in merito alla deputata: “Sembra essere molto più di una semplice socia di minoranza. Una testimonianza esclusiva raccolta da Report svela che l’idea di fondare la società è stata proprio sua, «perché sapeva», ritengono i cronisti del programma di Ranucci, «grazie alle sue entrature politiche e le informazioni privilegiate di cui dispone a palazzo, che il Parlamento avrebbe approvato una legge che avrebbe portato importanti finanziamenti pubblici sul tema (sono stati stanziati 50 milioni di euro per il 2022, ndr)”.

Immediata è stata la risposta di Michela Di Biase che ha respinto ogni accusa: “Né personalmente né a nome di Obiettivo 5 ho mai avuto interlocuzioni con politici finalizzate all’approvazione della certificazione di parità nel codice dei contratti. Inoltre non ero in Parlamento quando è stata approvata la legge”.

Vediamo  chi è Michela Di Biase, dando uno sguardo alla biografia, allo stipendio e ai guadagni della deputata del Partito Democratico ed ex consigliera comunale a Roma.

Michela Di Biase è sposata con Dario Franceschini, laurea in Storia e Conservazione del Patrimonio Artistico, deputato, in passato consigliera comunale al Comune di Roma e consigliera regionale nel Lazio. Nel 2020 ha fondato l’associazione F.A.R.E. (Femminista, Ambientalista, Radicale ed Europeista)a iniziato a fare politica fin da giovane venendo eletta consigliera comunale a Roma per la prima volta nel 2066; dopo essere stata sempre riconfermata al Campidoglio, nel 2018 è stata eletta in Regione Lazio.

Alle elezioni politiche del settembre 2022 è stata candidata dal Partito Democratico come capolista nel collegio plurinominale Lazio 1 – 02, venendo poi eletta deputata. In qualità di deputata ha diritto a un’indennità netta di 5.000 euro al mese più una diaria di 3.503,11 e un rimborso per spese di mandato pari a 3.690 euro. A questi si aggiungono 1.200 euro annui di rimborsi telefonici e da 3.323,70 fino a 3.995,10 euro ogni tre mesi per i trasporti.

Facendo un rapido calcolo e senza considerare le eventuali indennità di funzione, lo stipendio mensile di Michela Di Biase dovrebbe essere di 13.971,35 euro. Deputati e senatori hanno diritto poi anche a un assegno di fine mandato, che è pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità moltiplicato per il numero degli anni di mandato effettivo.

Nella sua ultima dichiarazione dei redditi presentata, quella del 2023 che si riferisce al 2022 come periodo di imposta, il reddito complessivo dichiarato è stato di 118.871 euro. Nella dichiarazione del 2022, che si riferisce invece al 2021, il reddito complessivo dichiarato da Michela Di Biase è stato di 85.453 euro.

La replica di Zan

Dopo la pubblicazione del servizio, Zan ha parlato su Twitter: «Mi sono sempre messo a disposizione come volontario e a titolo gratuito, come confermano le mie dichiarazioni obbligatorie annuali alla Camera dei Deputati. La società serve esclusivamente a organizzare la manifestazione, i cui incassi vengono ogni anno utilizzati per consentire la realizzazione e la sostenibilità della manifestazione stessa. Ringrazio Report per avermi dato l’occasione di spiegare in modo esaustivo».

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