«Qualsiasi decisione attuale anche sulla richiesta di revoca del 41 bis (la cui applicazione fu disposta ai tempi del ministro Cartabia, ndr) non può e non deve essere adottata se prima non riceviamo i pareri delle autorità giudiziarie», ha aggiunto Nordio, ricordando che «il difensore di Cospito ha inoltrato a gennaio, pochi giorni fa, una domanda di revoca del 41 bis, innestando un procedimento parallelo, che devolverebbe al ministro della Giustizia la possibilità di mutare la condizione del 41 bis». «In realtà – ha chiarito il ministro – si tratta di un’interpretazione molto opinabile perché questa legge è stata cambiata varie volte. Una cosa comunque è certa: anche questa prerogativa transita attraverso un parere delle autorità giudiziarie, che sono la direzione nazionale antimafia, il giudice di sorveglianza e anche il pm che segue il processo in corso, che pende davanti alla corte di Cassazione ed è stato sospeso».
Dunque, «se i pareri delle autorità giudiziarie sulla richiesta di revoca del 41 bis siano o no vincolanti è questione controversa e ne studieremo tutti gli aspetti, ma la decisione sarà presa dopo un maturato studio della situazione giuridica», ha chiarito Nordio, ricordando comunque che sul caso Cospito «abbiamo chiesto i pareri subito» e «celeri». Anzi, «dovrebbe essere in arrivo già oggi quello dell’Antimafia». «Per l’importanza politica che riveste la vicenda, che riguarda altri ministeri, penso sia probabile che sia poi discussa dal Consiglio dei ministri», ha proseguito il ministro, spiegando che « non è stata assunta nessuna decisione ma se ne potrà discutere». «E penso – ha sottolineato ancora il Guardasigilli – possa essere addirittura attuata una discussione parlamentare sulla questione in generale, in modo da capire quali siano le posizioni delle varie forze politiche». Ma per Nordio «in questo momento storico è indispensabile mantenere il 41 bis», mentre «se un domani le cose dovessero cambiare cambierebbero anche le leggi». Oggi comunque «non si tocca», ha sottolineato, spiegando che lo sciopero della fame di Cospito non può in alcun modo incidere sulla decisione, anche perché rappresenterebbe un precedente del quale potrebbero giovarsi tutti i mafiosi al 41 bis.
Detto ciò, però, Nordio si è anche soffermato sul fatto che «questa ondata di violenze e gesti vandalici e intimidatori costituiscono prova che questo legame tra il detenuto e i suoi compagni esterni rimane, cosa che tenderebbe a giustificare il 41 bis», ribadendo che «lo Stato non può venire a patti o dare il segno essere intimidito da attività violente o minacciose».