New York: storico discorso all’Onu di Giorgia Meloni. Trafficanti: ‘Meloni, attenta a tua figlia’

La premier Giorgia Meloni  a New York  prende parte ai lavori della 78esima Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ad accompagnare la presidente del Consiglio nel suo ‘esordio’ all’Unga anche la figlia, la piccola Ginevra, che ha compiuto 7 anni nei giorni scorsi. Nell’intervento che segnerà l’esordio della premier italiana all’Unga, Meloni batte sull’emergenza migranti, perché l’Italia non può essere lasciata sola e l’aiuto dell’Europa non basta, il senso del suo intervento, in cui ribadirà anche il sostegno fermo all’Ucraina e il lavoro necessario e senza tregua per una ‘pace giusta’.

L’assemblea che  raccoglie capi di Stato e di governo dei 193 Stati membri, Meloni  affronta una serie di temi -compresa la riforma dell’Onu e la centralità del multilateralismo– ma accenderà i riflettori anche su quel piano Mattei per l’Africa su cui punta molte delle sue fiches, in una partita complicatissima e che fa tremare il governo, perché la “polveriera Africa non è esplosiva ma è già esplosa”, come va ribadendo  il ministro agli Affari esteri Antonio Tajani.

Minacce  al premier Meloni: “Morirai presto, razzista”. E soprattutto, la più ignobile arriva a coinvolgere la figlia Ginevra: “Smetti di parlare, hai una figlia. Stai zitta”. Sono solo alcune delle frasi grondanti odio che si trovano nelle chat di cui è venuto a conoscenza il Giornale. Frasi minacciose rivolgono trafficanti, facilitatori, mercanti di esseri umani che sono rimasti impietriti dal nuovo piano dell’Italia sostenuto dall’Europa per limitare il fenomeno migratorio.

Questa reazione violenta coglie un dato: il governo ha colto nel segno annunciando un nuovo corso più stringente contro gli irregolari. Ed ora è la premier Meloni è nel mirino. «Giorgia Meloni non è niente, niente. Siamo in guerra con l’Italia?», è la domanda di un migrante sulla chat. La premier non è arretrata di un millimetro e questo genera frustrazione, ira, rabbia da parte di chi è stato sempre indotto a considerare l’Italia il paese delle meraviglie e dei porti aperti a prescindere. La politica della sinistra ha prodotto il grande abbaglio di far considerare l’Italia il “campo profughi d’Europa”. Il governo italiano ha ora impresso a chiare lettere un cambio   di paradigma, con il pieno coinvolgimento e apporto dell’Europa. La visita a Lampedusa di Meloni e von der Leyen ha fatto uscire di senno tutta la filiera dell’immigrazione illegale. Di qui frasi e minacce irricevibili.

Replica il vicepresidente vicario di Fratelli d’Italia in Senato, Raffaele Speranzon. “Le minacce via web indirizzate al presidente Meloni da parte dei trafficanti di morte le rispediamo al mittente. Le misure adottate dal governo stanno evidentemente cogliendo nel segno. E questo ci induce ad andare avanti per la nostra strada con ancora maggiore convinzione e determinazione. L’immigrazione illegale va contrastata a livello strutturale con il concorso dell’Europa e dell’Onu. E questo spaventa gli scafisti che vedono minacciati i loro interessi che non riusciranno più a garantirsi in Italia. Annienteremo il loro sporco giro d’affari alimentato anche da chi pensa di entrare in Europa aggirando le norme sull’immigrazione”.

Nonostante la guerra in Europa, la serie di colpi di stato in Africa, i disastri naturali attribuiti al cambiamento climatico e gli attriti tra Cina e America, quest’anno all’Assemblea generale dell’Onu, tra i cinque paesi del Consiglio di Sicurezza con diritto di veto, uno solo sarà rappresentato dal presidente, gli Stati Uniti. Gli altri leader, i presidenti cinese, russo, francese e il premier britannico non ci saranno, dando la misura dell’impasse in cui versa il dialogo interno al foro internazionale, che per i quasi 80 anni di vita delle Nazioni Unite ha visto nell’evento internazionale di settembre il momento culminante dell’attività dell’organizzazione. Un tema al quale dedica una lunga riflessione il Financial Times, che titola: “L’Onu indebolita lotta per la rilevanza nel modo diviso”.

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