Lo sapevate? A Napoli è possibile ammirare tre splendidi capolavori di Caravaggio

A Napoli sono conservati tre splendidi quadri di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, il primo grande autore del barocco italiano, che a Napoli passò ben 18 mesi della sua vita. Scopriamo dove si trovano questi capolavori.

Caravaggio è considerato uno dei più grandi artisti della storia.

Formatosi a Milano e attivo a Roma, Napoli, Malta e in Sicilia fra il 1593 e il 1610, Caravaggio acquisì grande fama internazionale in vita e subito dopo la morte, costituendo la corrente del caravaggismo ed esercitando una forte influenza sulla pittura barocca del XVII secolo, ma venne poi dimenticato fino alla riscoperta critica nel XX secolo, e è oggi considerato uno dei più celebri rappresentanti dell’arte occidentale di tutti i tempi, fondatore della corrente naturalistica moderna, in contrapposizione al Manierismo e al Classicismo, così come precursore della sensibilità barocca. I suoi dipinti dimostrano un’eccezionale sensibilità nella resa della dimensione umana, fisica ed emotiva, anche tramite la fedeltà al modello dal vivo e l’uso scenografico della luce, caratteristiche che furono considerate al tempo rivoluzionarie, in totale contrapposizione alla prassi accademica raffaellesca. La principale componente del suo stile consiste nel realizzare la prospettiva e la tridimensionalità attraverso l’utilizzo drammatico e teatrale della tecnica del chiaroscuro.

Animo particolarmente irrequieto, nella sua vita affrontò gravi vicissitudini fino alla data cruciale del 28 maggio 1606 quando, dopo aver commesso un omicidio durante una rissa e condannato a morte, dovette fuggire dalla città di Roma per scampare alla pena capitale.

Visse per due volte a Napoli nel 1606, quando vi rimase per un anno ai Quartieri Spagnoli, sia nell’ultimo periodo della sua attività, nel 1609, quando ritornò a Napoli rimanendovi fino al 1610.

Numerose delle sue opere sono state realizzate in città nei due periodi in cui l’artista vi ha vissuto.

Napoli rappresenta una tappa fondamentale per la vita e per le opere di Caravaggio. L’intensa resa della passione e dell’istinto nei dipinti più iconici realizzati dal maestro durante il periodo napoletano identifica, nella visione dei nostri contemporanei, lo stile e la personalità dell’artista lombardo, divenuto maggiormente drammatico in seguito all’episodio dell’assassinio romano.

Caravaggio visse a Napoli per un totale di 18 mesi. Il primo soggiorno è databile tra l’ottobre del 1606 e giugno del 1607. In questi nove mesi furono realizzati capolavori straordinari e ben documentati, come le Sette opere di Misericordia, dipinto per il Pio Monte di Misericordia, la Flagellazione attualmente al Museo di Capodimonte. Dopo i suoi viaggi a Malta e in Sicilia, l’artista ritornò a Napoli, capitale del Viceregno spagnolo, nell’ottobre del 1609 e vi rimase fino all’estate successiva.

Il 18 luglio del 1610 a Porto Ercole, durante il viaggio di ritorno a Roma, Caravaggio morì tragicamente.

Anche durante il secondo periodo napoletano il maestro lombardo dipinse opere di primaria importanza, tra cui il Martirio di Sant’Orsola (Napoli, Palazzo Zevallos Stigliano) e il San Giovanni Battista (Roma, Galleria Borghese).

L’incontro con la città di Napoli, le relazioni che intrecciò con il panorama artistico locale, segnarono definitivamente il percorso di Caravaggio. L’intensa resa della passione e dell’istinto nei dipinti napoletani identifica oggi, più che in altri momenti, l’immagine e la personalità dell’artista lombardo.

Il legame di Caravaggio con il territorio ebbe un impatto incisivo sulla Scuola napoletana e nella costituzione della poetica del naturalismo partenopeo

Napoli oggi conserva ben tre opere di Caravaggio che da sole meritano senza dubbio un viaggio in città: vediamo quali sono.

L’ultima opera dipinta da Caravaggio è il bellissimo “Martirio di Sant’Orsola”. Il dipinto fu commissionato dal banchiere genovese Marcantonio Doria, la cui famiglia aveva per protettrice proprio Sant’Orsola, e fu eseguito dal Caravaggio in poco tempo proprio perché era in procinto di fuggire da Napoli. Nel 1972 fu acquistato dalla Banca Commerciale Italiana, ed è oggi in mostra nel grande Palazzo Piacentini in via Toledo, la grande sede del Banco di Napoli sede delle Gallerie d’Italia di Napoli di Banca Intesa San Paolo.

Altra opera del Merisi è la “Flagellazione di cristo”, dipinto nel 1607 e commissionato da Tommaso De Franchis, membro di un’importante famiglia di magistrati. L’opera fu ordinata per adornare la cappella di famiglia nella monumentale basilica di San Domenico Maggiore e fu pagata al Merisi oltre 290 ducati. Il quadro è famoso per la ricerca artistica sulla luce che illumina appieno solo il corpo del Cristo mentre tutto il resto è nell’ombra. È conservato nel Museo Nazionale di Capodimonte sulle colline cittadine in via Miano 2.

La terza delle opere del Caravaggio conservate, e dipinte a Napoli, è “Le sette opere di Misericordia”, un olio su tela realizzato tra la fine del 1606 e l’inizio del 1607. Fu commissionata su incarico della Congregazione del Pio Monte della Misericordia per volere di Luigi Carafa-Colonna, membro della stessa, la cui famiglia protesse Caravaggio nella sua fuga da Roma. L’opera concentra la missione della Congregazione del Pio Monte della Misericordia riportandone le opere caritatevoli svolte. Nel quadro è rappresentata una visione d’insieme di diversi personaggi e sembra ambientata in un vicolo di Napoli. È conservata nel cuore del centro storico, nella chiesa e la Quadreria del Pio Monte della Misericordia, in Via dei Tribunali 253.

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