L’Anm sulle parole di Meloni sul caso Delmastro: “Il gip fa il suo mestiere, non si sostituisce al pm”

“Nel caso del sottosegretario di stato Delmastro non si è trattato di una sostituzione del giudice al pm, ma del doveroso controllo che il giudice esercita sul suo operato. Un giudice che valuta gli elementi di prova e si orienta autonomamente non si sostituisce al pm, ma fa solo il suo mestiere di giudice, con la terzietà che lo contraddistingue”,  parole di Salvatore Casciaro, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, fanno capire che le toghe non hanno gradito le dichiarazioni di Giorgia Meloni al termine del vertice della Nato a Vilnius. Secondo la premier, infatti, l’imputazione coatta del sottosegretario alla Giustizia per rivelazione di segreto d’ufficio sul caso Cospito sarebbe “un caso politico, una scelta che suscita stupore”,  perché “il processo di parti e la terzietà del giudice significa che il giudice non dovrebbe sostituirsi al pm. È una cosa che guardo con stupore: di fronte una richiesta di archiviazione, c’è una scelta – lecita giuridicamente – ma che non avviene quasi mai”.

L’Anm attacca anche rispetto a quanto dichiarato dalla presidente del Consiglio sulla separazione delle carriere prevista dalla riforma della Giustizia di Nordio: “I giudici applicano quotidianamente e indistintamente per tutti i cittadini la legge processuale, ed è uno stato di cose che non vedo come potrebbe essere destinato a mutare nell’ipotesi di separazione delle carriere. I magistrati sono sempre pronti a fornire in spirito di servizio il proprio contributo tecnico e d’esperienza, oggi come in passato, per riforme che auspichiamo siano veramente all’insegna di processi più celeri per un effettivo miglioramento del servizio”.

E delle tensioni con la magistratura parla il Guardasigilli. “Non è affatto uno scontro. Io ho ricevuto personalmente il presidente dell’Anm dieci giorni fa”: ‘’Quando si è amanti ci sono sempre degli screzi, che si risolvono bene – ha ironizzato Nordio – Da magistrato, ex magistrato ma sempre magistrato, non entrerei mai in conflitto con la magistratura. Questo non significa che non ci siano dei confronti su temi sui quali abbiamo opinioni diverse”.

Parlando del caso Delmastro, sottosegretario alla Giustizia per cui la gip di Roma ha disposto l’imputazione coatta per rivelazione di segreto d’ufficio sul caso Cospito, Nordio osserva:  “Io mi riconosco nella nota di via Arenula che abbiamo dato. Ribadisco che, da un punto di vista squisitamente tecnico, il codice Vassalli non ha portato alle estreme conseguenze del principio del processo accusatorio, che vuole il pm monopolista dell’azione penale. E ha lasciato al giudice la possibilità di quella che si chiama ‘imputazione coatta’. Questo è in contrasto con i principi del processo accusatorio e secondo noi va riformato”.

Rispetto ai nodi della riforma della giustizia, Nordio ha ricordato che “sono trent’anni che si gioca su questo equivoco. Non c’è nessuna correlazione tra la separazione delle carriere e l’assoggettamento dei giudici alla politica. Nell’ordinamento americano, il pm risponde addirittura agli elettori perché è elettivo. Se fa indagini troppo lunghe e costose, va casa”.

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