‘Jannacci e dintorni’, storia raccontata e cantata, di e con Simone Colombari e Max Paiella

La sala Umberto di Roma ha ospitato fino al 17 marzo lo spettacolo JANNACCI E DINTORNI – Una storia raccontata e cantata.

Due ore di intensa vitalità musicale, teatrale, e cabarettistica che in un caleidoscopio ricco di generi artistici incanta il pubblico e lo rende partecipe coinvolgendolo attivamente in risposte canore e in sottolineature del ritmo quando i brani che risuonano dal palco sono i più famosi e conosciuti della sua carriera. Stiamo attenti al titolo Jannacci e dintorni, perché è sicuramente impossibile parlare di Jannacci, ricordare Jannacci, cantare Jannacci se non si esplorano e non si fa lo sforzo di comprendere i suoi dintorni, che sono sia umani, che territoriali, nonché sociali e cercare di capire in che misura hanno determinato la figura dell’artista Enzo Jannacci. Perché seppur vero che Jannacci si è espresso principalmente attraverso la forma canzone è altrettanto vero che queste parlano di mondi che nessun altro ha mai raccontato prima, attraverso la commistione di linguaggi musicali che spaziano dal jazz, al rock, alla musica popolare o a quella medievale. E’ bene ricordare che il nostro Enzo è stato anche attore, regista e uomo di teatro.

SIMONE COLOMBARI e MAX PAIELLA si sono impeganti per due ore sul palco in un crescendo di tensione musicale e artistica profilando una docustoria un po’ narrata, un po’ cantata e un po’ suonata, accompagnati da un gruppo di musicisti provetti: ATTILIO DI GIOVANNI (Pianoforte e Direzione Musicale), GINO MARINIELLO (Chitarra Classica ed Elettrica), ALBERTO BOTTA (Batteria e percussioni), FLAVIO CANGIALOSI (Basso e Fisarmonica),  MARIO CAPORILLI (Tromba e flicorno), CLAUDIO GIUSTI (Sax, Tenore e Contralto), tutto con la regia di LORENZO GIOIELLI

Gli inizi di Jannacci, come ricordato nello spettacolo, furono caratterizzati da incontri fortunati artisticamente, con Adriano Celentano, con Giorgio Gaber e Dario Fo, artisti che lo accompagneranno per sempre la sua carriera. Il loro amore per il rock li portò in Germania, Jannacci al pianoforte, Tenco al Sax, Celentano alla chitarra e Tomelleri tra clarinetto e basso, per un fatidico incontro con Elvis Presley. Iniziano a suonare in qualche locale, ma non videro una lira. Tutto, comunque, era confezionato in virtù dell’agognato incontro con Elvis. Che però non avverrà mai. Scoprirono così la lancinante verità: l’impresario teutonico gli aveva tirato una patacca mostruosa.

Importanti dintorni furono altresì Cochi e Renato, Paolo Conte, Beppe Viola, Sandro Ciotti , l’etnomusicologo Leydi, Fabrizio De André, tutti quelli che, in qualche modo, collaborarono con lui. Enzo Jannacci per alcuni non era del tutto comprensibile, specialmente per alcuni dirigenti della RAI, ma che furono costretti a ricredersi, perché era uno dei pochissimi artisti che riuscivano a proiettare emozioni senza alcun compromesso in maniera a volte comica, a volte tragica.

Partendo dal periodo In milanese, SIMONE COLOMBARI e MAX PAIELLA hanno ripercorso le tappe più significative e tutti i mutamenti della carriera e la vita artistica di Jannacci, spendendosi con abilità ed energia fino ad arrivare alle ultime creazioni, in italiano che attengono alla seconda fase artistica di Jannacci, quella successiva al periodo di intervallo in cui svolse la sua professione di medico chirurgo, quella in cui uscì l’album TRENT’ANNI SENZA ANDARE FUORI TEMPO.

Non sono mancati momenti di pieno e attivo coinvolgimento col pubblico quando sono risuonati i brani VENGO ANCH’IO, NO TU NO, VINCENZINA E LA FABBRICA, FACEVA IL PALO NELLA BANDA DELL’ORTICA, SILVANO, UNA FETTA DI LIMONE, EL PORTAVA I SCARP DEL TENNIS. Il repertorio proposto è stato molto più ricco ed accompagnato da  quei sei musicisti entusiasmanti per come dialogavano musicalmente e per come davano vita a parti solistiche in modo virtuosistico.

Il ringraziamento del pubblico è stato entusiasta e generoso tanto da convincere gli artisti a scendere in platea per intonare con chi voleva i brani più celebri.

Foto di Chiara Lucarelli

Roberto Cavallini

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