Giletti a Mosca? La risposta democristiana di Cairo

Durante la presentazione dei palinsesti di La 7per la stagione 2022/2023, tenutasi nella mattinata del 12 luglio, Urbano Cairo ha parlato anche del destino di Massimo Giletti,  finito più volte al centro delle polemiche in seguito ad alcune puntate di Non è l’Arena. Prima tra tutte quella del 5 giugno 2022, in diretta dalla Piazza Rossa di Mosca, un luogo simbolo dell’attacco russo all’Ucraina. Una puntata che ha sollevato una vera e propria bufera mediatica intorno al conduttore che, secondo Dagospia, avrebbe rischiato di essere cacciato da La7: “Tutti i conduttori di La7 in rivolta contro Giletti per la sua figuraccia (eufemismo) a Mosca sulla Piazza Rossa. Giletti verrà fatto a filetti da Urbano Cairo”, si leggeva sul portale di Roberto D’Agostino. Ma non è così: Cairo ha annunciato che Non è l’Arena è confermato per la prossima stagione.

Le dichiarazioni di Urbano Cairo su Massimo Giletti e Non è l’Arena

Un ritorno, quello di Giletti sugli schermi di La7, che non era affatto scontato dopo le polemiche riguardanti, oltre la puntata da Mosca, anche la scelta del conduttore di invitare nel suo programma esponenti del governo russo di Vladimir Putin, come ad esempio a portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova (intervistata proprio nella Capitale russa). Nel corso della presentazione dei palinsesti, Urbano Cairo ha chiarito la propria posizione a riguardo: “Giletti è andato prima in Ucraina due volte per dare conto di quello che accadeva, dove stavano succedendo delle cose molto gravi e pesanti, quindi era giusto andare come anche molti inviati hanno fatto […]. Abbiamo avuto una presenza veramente notevole di inviati che hanno raccontato la guerra in modo molto importante e molto utile per capire quel che stava accadendo. E Giletti ha fatto lo stesso: due volte è andato in Ucraina, rischiando anche la vita”.

Cairo ha poi parlato dell’ormai famosadiretta da Mosca: “Dopodiché ha voluto andare anche in Russia, e ha fatto questa puntata dove lui alla Zakharova ha fatto tutte le sue domande. Poi, se la Zakharova ha quel tipo di format di risposte, che vengono ripetute da tutti ad ogni piè sospinto, Giletti non poteva costringerla a cambiare”. Secondo l’AD di la7, quello di Giletti sarebbe stato un atto di coraggio: “È andato lì, l’ha intervistata e ha fatto le domande che avrebbe dovuto fare. Se lei risponde in quel modo, Giletti non può costringerla a cambiare modo di rispondere, ad accettare un dialogo o un confronto”. Durante la conferenza stampa l’amministratore delegato di La7 è tornato anche sulla ribellione degli altri giornalisti della rete, prima tra tutti Gaia Tortora, e del malcontento generato proprio da Massimo Giletti. Nessuna polemica, però: “Noi siamo una rete libera, per il fatto che uno possa avere un’opinione diversa non vedo perché non dovrebbe esprimerla”, ha dichiarato.

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