Emergenza climatica e Cop 26. Mattarella: ‘Cop26 sarà una spartiacque e ne dobbiamo essere consapevoli’

La Cop26 è l’annuale incontro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico e quest’anno si terrà a Glasgow, in Scozia.

COP sta per “Conferenza delle Parti”. Per “parti” si intendono le 197 nazioni che hanno firmato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), istituita nel 1994 per essere uniti nella riduzione delle emissioni, contro il riscaldamento globale

Il prossimo novembre, il Regno Unito ospiterà a Glasgow, in Scozia, la conferenza ONU sui cambiamenti climatici COP26 insieme all’Italia. Il nostro Paese ha ospitato gli eventi preparatori, tra cui l’evento per i giovani della Youth4Climate e il vertice Pre-COP, che si sono tenuti a Milano dal 28 settembre al 2 ottobre, dove quasi 400 giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni provenienti dalle 197 parti dell’UNFCCC s’incontrano per discutere ciò che vogliono vedere uscire dalla COP26.

Alla COP26, saranno presi accordi e impegni e si affineranno le azioni per affrontare i problemi dovuti al cambiamento climatico.

Gli esperti provenienti da tutto il mondo si riuniranno a Glasgow insieme a Capi di Stato, esperti di clima, attivisti e imprenditori per concordare un’azione comune a tutti. Il luogo scelto per ospitare il vertice tra i leader mondiali è lo Scottish Event Campus, denominato “Blue Zone” mentre il pubblico – incluse le scuole e i giovani – potranno visitare la “Green Zone” nel Glasgow Science Centre.

La COP26 in realtà si svolge con un anno di ritardo, avrà luogo dall’1 al 12 novembre 2021. Avrebbe dovuto svolgersi esattamente un anno prima, ma è stata posticipata a causa della pandemia globale di COVID-19 per far sì che tutti i paesi membri potessero partecipare.

Il mondo si sta riscaldando sempre di più perché l’attività umana sta portando a un accumulo di gas serra, ovvero quei gas che impediscono all’energia del sole di riflettere nello spazio. Tra le cause del riscaldamento globale vi è la l’uso di combustibili fossili come il petrolio, il carbone e il gas che usiamo per scaldare le nostre case, per produrre elettricità o per i mezzi di trasporto.

Ma non solo, questi danni anche alle foreste con la deforestazione e agli oceani con i rifiuti di plastica per esempio. Quindi, soprattutto le foreste, devono rimanere sani per assorbire carbonio. Inoltre, il riscaldamento globale causa lo scioglimento del ghiaccio ai poli ed eventi meteorologici estremi come uragani e tornado. I dati attuali mostrano che se non si interviene velocemente, il mondo si riscalderà di 2°C in più, e questo potrebbe causare enormi problemi a tutti gli esseri viventi del pianeta inclusi gli umani.

Il compito dei leader mondiali è quello di elaborare un piano d’azione per ridurre la soglia dei di 2°C in più, puntando a un massimo 1,5°C e aiutare i paesi più inquinanti ad adattarsi alle misure che verranno stabilite e assicurarsi che questo piano funzioni in modo equo per tutti.

Alla COP26 parteciperanno circa 30.000 persone, tra cui: Alok Sharma, il presidente, nominato dal governo britannico. Il suo compito è quello di stabilire l’agenda della conferenza e garantire che la gli incontri portino a un accordo che impegni tutti ad affrontare il cambiamento climatico. Gli esperti terranno conferenze e daranno consigli ai leader mondiali per cercare di trovare modi per fare un accordo tra paesi che possono avere priorità diverse su come lavorare insieme per portare il cambiamento.

A queste conferenze parteciperanno anche i funzionari delle Nazioni Unite, le organizzazioni ambientali, diversi gruppi di giovani, i popoli indigeni, gruppi religiosi e  giornalisti.

“Non è più tempo di ambiguità e distinguo, è ora di agire subito. Bisogna garantire il massimo sforzo per raggiungere e superare gli obiettivi delle riduzioni previste. La prossima Cop26 sarà una spartiacque e ne dobbiamo essere consapevoli. Non è ammesso distrarsi”,  ha detto il presidente Sergio Mattarella alla Conferenza “Incontri con l’Africa”.

“Il continente africano deve far sentire alta la sua voce. La produzione di energia pulita e la sua distribuzione sono fondamentali per l’Africa”, ha aggiunto il capo dello Stato.

La imminente stangata sulle bollette è solo un segnale, ma utile per convincersi definitivamente: la transizione energetica non sarà una passeggiata e si è chiamati  a dare un nuovo, forte impulso ad una sfida che si presenta tanto non più evitabile quanto immane, con la mobilitazione di enormi risorse finanziarie. Ma la sfida se possibile ancor più cruciale riguarda la necessità di un profondo cambio di paradigma nei comportamenti sia individuali (consumatori, lavoratori, cittadini) che collettivi (imprese, istituzioni, stati).

La priorità è recuperare il senso di responsabilità, lasciandosi alle spalle ubriacature di edonismo autoassolutorio, superare la mistificazione con cui si confonde la libertà con la tendenza egoistica a rifiuto di ciò che, qui ed ora, non ci conviene, non ci interessa, non ci riguarda.

Il riscaldamento globale ed i virus superano tutte le frontiere senza bisogno di alcun passaporto. Viviamo nel mondo più popoloso e più interconnesso della storia dell’umanità. Perciò, i beni pubblici (ambiente; salute) e le esternalità (attività inquinanti come esempio di esternalità negative; campagne vaccinali come esempio di esternalità positive), fenomeni tradizionalmente trattati come eccezionali “fallimenti del mercato” dai manuali di economia, sono ormai pervasivi e di preminente rilievo, e lo saranno sempre di più.

“L’Africa ha avuto solo il 2 per cento dei vaccini: c’è un problema di equa distribuzione che va risolto subito. La vera risposta è stimolare l’industria farmaceutica africana. In questo senso l’Europa ha deciso di investire un miliardo di euro, e l’Italia lo sostiene, per stimolare il vaccino africano perchè nessuno ne sarà fuori se non ne saremo tutti fuori”, ha affermato Mattarella.

“Per ogni venti persone vaccinate nel mondo” contro il Covid-19, solo “una è in Africa. E solo 10 Paesi africani hanno raggiunto un tasso di vaccinazione del 10%”. A lanciare l’allarme è Vera Songwe, sottosegretaria generale dell’Onu e segretaria esecutiva della commissione economica per l’Africa, parlando alla terza conferenza ministeriale Italia-Africa, in corso a Roma. “Il tasso di vaccinazione in Africa non supera il 3%”, ha aggiunto dal canto suo Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione dell’Unione africana, anch’egli presente all’evento dal titolo ‘Incontri con l’Africa 2021’.

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