Di Maio, inviato per la Ue nel Golfo Persico, e il suo inglese approssimativo negli incontri istituzionali

Di Maio torna alla ribalta da inviato per la Ue nel Golfo Persico per le sue gaffe in inglese. e non solo. Sotto una foto istituzionale, che documenta l’incontro di Di Maio, con lo sceicco Salem Abdullah Al Jaber Al Sabah, ministro degli Esteri del Kuwait: “Very honoured to meet today H.E. Sheikh Salem Abdullah Al Jaber Al Sabah, Foreign Minister of Kuwait@MOFAKuwait. Very much convergence about looking at new avenues to deepen strategic partnership&advance diplomatic solutions to regional security”. Ciò che balza agli occhi anche a un bambino delle medie è la mancanza del soggetto, “I”, ed ancora, arrivano le critiche su quel “very much convergence about”, scorretto in inglese, “new avenues non vuol dire nulla, in questi casi si usa new ways”, e poi quel “Solution to regional security”, nel quale mancail verbo “improve”.

“Secondo me, non sai il significato delle seguenti parole: Convergenza Approfondire Partenariato Strategico Diplomatiche Ne ho quasi la certezza”, scrive uno. “1 Manca il soggetto. 2. Dopo ogni parola si usa un solo spazio 3. Tag non cliccabile (attaccato a Kuwait) 4. Very much convergence about non é inglese 5. New avenues non vordi’ un cazzo (semmai “new ways”) 6. Solutions to regional security manca il verbo (improve?)”, elenca un altro. “Voglio sperare che questo sia un account fake. Mi dispiacerebbe moltissimo, come italiano, fare figuracce a causa del tuo inglese ridicolo”, è la critica di una donna, ma c’è anche chi cita Renzi, altro fuoriclasse delle gaffe in lingua straniera. “First riection… scioc!”, fino alla domanda ironica: “Perché non scrivi in inglese? questo che è? dialetto napoletano? anzi guarda: non scrivere proprio, che è meglio…”.

Tanta roba, da Mister Gaffeur. Nulla, però, rispetto a quando Di Maio tradusse, da ministro degli Esteri, il nome del sottosegretario Di Stefano in “of Stefano”…

C’è poi una gaffe storica quando era ministro degli Esteri.  Il suo libro non era ancora uscito e partì con una “dichiarazione di guerra” ai librai italiani. Sponsorizzò la sua autobiografia: “Un amore chiamato politica” (Piemme). In questo modo: “Martedì prossimo, il 26 ottobre, sarà in libreria. Qui intanto, se volete, potete pre ordinarlo”. E aggiunge il link di Amazon, acerrimo   “nemico” delle librerie. Quanto basta per fare indignare subito subito l’Associazione Italiana Librai (ALI). La scelta di un Ministro della Repubblica di spingere l’acquisto su Amazon anziché in una qualsiasi libreria, è sconcertante, non ha giustificazione. Le librerie in crisi nera da anni, sostengono una battaglia impari contro la grande distribuzione. In più le chiusure, i fallimenti e il calo di acquirenti per vi della pandemia le stanno decimando. E un ministro della Repubblica che incoraggia questa deriva in favore di Amazon non si può sentire.

In un duro comunicato, il Presidente di Ali Confcommercio, Paolo Ambrosini, fa notare l’incoerenza di Di Maio. Che contrasta con molte dichiarazioni di intenti del Movimento 5 Stelle in tutela  dei lavoratori e  delle piccole attività.  “L’Italia è un paese strano nel quale tutti invocano attenzione per i negozi di vicinato; ma poi appena possono usano il click per gli acquisti – tuona  Ambrosini con il Giornale-. E più click significano meno negozi. Troppo spesso in questi anni da presidente dell’associazione librai ho assistito a tanti proclami di intellettuali ma soprattutto di politici. Che si sono dichiarati pronti a fare di tutto per sostenere la vendita del libro attraverso i canali tradizionali. Proclami a cui non sono seguiti atti concreti”.

“Ma questa contraddizione così stridente – prosegue – è parsa ancora più evidente: considerato che oggi lo stesso Ministro Luigi Di Maio invita con un post i suoi followers a pre-acquistare sul web il suo libro di prossima uscita. Disattendendo gli impegni assunti con le imprese e il suo elettorato. Come se le copie pre-vendute non impattassero sull’economia delle librerie, e dimenticandosi che anche le librerie possono pre-ordinare il suo volume”.

Ritornando all’inviato Ue per il golfo riportiamo la sua dichiarazione fatta a Muscat: ‘In merito agli “spaventosi attacchi e alle violenze di Hamas contro Israele e i suoi cittadini e alla tragica perdita di così tante vite innocenti, il Consiglio congiunto ha chiesto di fermare tutti gli atti di violenza e qualsiasi misura unilaterale e ha sostenuto gli sforzi dell’Arabia Saudita, dell’Unione Europea e della Lega degli Stati Arabi per rilanciare il processo di pace in Medio Oriente, in collaborazione con l’Egitto e la Giordania, per contribuire a porre fine alla violenza e avviare il percorso verso la pace e la sicurezza e in linea con l’impegno per una soluzione a due Stati”.

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