Ddl Zan e Gay Pride tra ‘discutibili performance’ e orientamenti sessuali

Il tema del ddl Zan tiene banco dopo la nota verbale del Vaticano e mette in difficoltà la maggioranza. Da una parte c’è Matteo Salvini che spinge per una mediazione sull’omofobia, dall’altra ci sono Enrico Letta e il Pd che rifiutano il confronto.  L’ex ministro dell’Interno, ospite di Rtl 102.5, è tornato sull’argomento facendo sapere di aver inviato un messaggio a Enrico Letta: ‘Siamo disponibili a votare anche domani una proposta di legge che aumenta le pene per chi aggredisce, per chi discrimina sulla base della vita sessuale, della religione, della razza. Ognuno è libero di amare un uomo, una donna, un uomo e una donna, ognuno è libero di vivere la sua vita come vuole. Ho mandato un messaggio a Letta la settimana scorsa, ovviamente manco ha risposto. Quello che noi e non solo noi, tante associazioni anche gay e lesbiche, la stessa Santa Sede, hanno contestato è l’introduzione di nuovi reati, che sarebbero pericolosi, e il fatto che alcuni temi arrivino sui banchi di scuola di bimbi di 6 anni, a quell’età penso che sia la famiglia semmai a volere e dovere raccontare certe scelte. Se si toglie lo scoglio dell’ideologia gender a scuola, dei reati di opinione e si lascia l’impalcatura che condivido e stracondivido su punire severamente chi attacca, chi minaccia, chi aggredisce, su quello la votiamo in una settimana. Se invece Pd e Cinquestelle preferiscono continuare, nonostante anche l’appello del Santo Padre, con l’ideologia, non fanno un buon servizio a gay e trans e lesbiche, anzi li usano. Io non vorrei usare qualcuno, vorrei proteggere qualcuno. Introdurre un nuovo reato penale ad esempio per chi è contro l’utero in affitto e per chi ritiene che mamma e papà non siano concetti superati ma siano il passato, il presente e il futuro  non mi sembra un buon servizio al Paese’.

Letta messo alle strette respinge al mittente la proposta. La strada dunque per i dem è l’aula: ‘Scriverò un whatsapp di risposta a Salvini in cui gli dirò che il luogo per un confronto è il Parlamento. Andiamo in Parlamento e quello sarà il luogo per confrontarsi. Io non mi sono mai sottratto al confronto e lo farà e mi aspetto che chi parteciperà sia lì non per affossare il ddl Zan ma per discutere nel merito delle cose. La nostra tesi è che c’è una grande occasione per approvare il ddl, vogliamo andare avanti su quella strada. Se prendo tutte le dichiarazioni della Lega sono per affossarlo, cancellarlo, quindi voglio capire se l’offerta di dialogo di Salvini ha un collegamento con ciò che la Lega ha fatto finora o se rappresenta un cambiamento di strada che mi sembra improbabile. Il Parlamento è il luogo della trasparenza dove ognuno si prende la sua responsabilità. Il confronto è tra chi vuole approvare e chi vuole abbattere il ddl Zan’.

I volti di personaggi sgraditi, dai leader del centrodestra fino al Papa, buttati a terra e calpestati al Gay Pride per quella che hanno definito una ‘performance’. I collettivi, il mondo Lgbt e Non una di meno di Bologna hanno dato il via così alla settimana transfemminista e transnazionale. L’iniziativa, secondo quanto dichiarato dagli organizzatori, dovrebbe denunciare attacchi e discriminazioni ‘familisti e ultraconservatori’, che sono la  ‘reazione eterocispatriarcale alla nostra rivendicazione di autodeterminazione’. Una rivendicazione che, però, fin dal primo atto appare all’insegna dell’intolleranza e della violenza.

‘Incredibile come ci siano alcune persone che si divertono a umiliare simboli religiosi, travestirsi da Cristo Lgtb  e calpestare la mia foto e quella di altri personaggi a loro sgraditi, compreso Papa Francesco. Le chiamano ‘performance’, io ci vedo solo intolleranza e istigazione alla violenza’, ha commentato Giorgia Meloni, rilanciando su Facebook la foto della ‘performance’.

Mi rifiuto di credere – ha proseguito Meloni – che chi compie atti del genere o vuole imporre per legge il modello gender nelle scuole, sia rappresentativo di chi rivendica (e merita) semplicemente rispetto per il proprio orientamento sessuale, qualsiasi esso sia, con educazione e senza questi isterismi. L’omofobia – ha concluso Meloni – va contrastata certo, ma anche alcune ‘performance’.

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