Carburanti. “In Italia tasse più alte d’Europa”

Ogni litro di carburante costerebbe più del cinquanta percento in meno se non fosse gravato da tutte le tasse che vanne nelle casse dello Stato. Il record assoluto spetta alla benzina verde: le tasse raggiungono la sbalorditiva somma di 1,033 euro, pari al 58,1% del prezzo alla pompa. Non va meglio per il gasolio: gli automobilisti pagano 0,905 euro/litro di tasse, pari al 53,8% del prezzo alla pompa. Numeri che fanno dell’Italia il paese europeo più tassato d’Europa. L’allarme è lanciato dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha confronto il prezzo alla pompa e il peso della tassazione della benzina e del gasolio per autotrazione dei Paesi appartenenti all’area dell’euro. In Italia i prezzi schizzano verso l’alto per il peso delle accise e dell’imposta sul valore aggiunto.

I dati emersi dall’indagine effettuata dalla Cgia di Mestre e riferiti alla fine di luglio di quest’anno, sono inoppugnabili. Su ogni litro di benzina verde, in Italia il peso delle tasse raggiunge 1,033 euro, pari al 58,1% del prezzo alla pompa. A seguire l’Olanda, con 1,016 euro di imposte su ogni litro, e la Grecia, con 1,008 euro/litro. Stesso discorso per il gasolio: il nostro paese detiene il recordo europeo con 0,905 euro/litro di tasse, pari al 53,8% del prezzo alla pompa. Al secondo posto si piazza l’Irlanda, con 0,791 euro/litro. La medaglia di bronzo, in questa speciale classifica, va alla Finlandia, dove su ogni litro di gasolio le tasse pesano per 0,749 euro. “In Italia – spiega il segretario della Cgi di Mestre Giuseppe Bortolussi- registriamo il prezzo del carburante più caro d’Europa perché il peso delle tasse ha raggiunto un livello record non riscontrabile altrove. In buona sostanza, quando facciamo il pieno alla nostra autovettura a guadagnarci di più non sono le compagnie petrolifere o i gestori delle aree di servizio, bensì lo Stato”. E poiché in Italia il 90% delle merci viaggia ancora su strada in autunno potrebbe registrarsi un aumento dei beni al consumo. “Inoltre – attacca Bortolussi – l’aumento del gasolio avvenuto in queste ultime settimane è un vero e proprio salasso che sta mettendo in ginocchio tantissimi autotrasportatori italiani. Se a questa situazione si aggiunge il rincaro delle polizze assicurative registrato in questi ultimi anni, la concorrenza sleale praticata dai vettori provenienti dall’Est Europa e il ritardo con cui vengono pagati i trasportatori italiani, con tempi medi che oscillano tra i 180 e i 240 giorni, lo scenario per i nostri camionisti si fa sempre più preoccupante”.

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