Anni di cambiamento, consapevolezza, ma soprattutto di formazione. I vertici di Fondimpresa, riuniti all’auditorium della tecnica dell’Eur, descrivono così le attività del fondo interprofessionale per la formazione continua di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, che in questi giorni celebra i quindici anni dalla propria fondazione. Nel corso dell’evento “Il futuro del sapere – aziende e lavoratori nella trasformazione”, il presidente Bruno Scuotto e il vicepresidente Massimo Cestaro hanno fatto il punto sulle evoluzioni che hanno caratterizzato il settore. Secondo Scuotto, il «cambiamento principale» è riconducibile all’idea che il legislatore aveva dei percorsi formativi.
Al termine della mattinata di lavori, Scuotto e il direttore Generale, Elvio Mauri, premieranno le imprese che hanno saputo coniugare le opportunità che Fondimpresa offre con una formazione d’eccellenza.
Per Cestaro, dal punto di vista dei lavoratori, il maggior traguardo è stato raggiunto nell’acquisizione della consapevolezza che la formazione continua ha un ruolo centrale nel Mondo del lavoro: «Questi 15 anni sono serviti, sia per le imprese che per i lavoratori, per acquisire la consapevolezza della forza della valenza della formazione continua. Non era così per l’opinione pubblica, tra le forze politiche o nelle delegazioni sindacali. Non era così forte la convinzione che la formazione continua rappresenta l’elemento chiave, affinché le aziende possano rimanere sul mercato garantendo l’occupabilità dei lavoratori. Questa consapevolezza pone un tema di responsabilità a Fondimpresa e noi cerchiamo di corrispondere il meglio possibile a questa richiesta». Infine, per Scuotto, la possibilità che l’agenda economica si apra a politiche di carattere maggiormente espansivo, potrebbe favorire maggiori partnership fra pubblico e privato: «In passato, su questa attività, noi ci siamo espressi in maniera molto chiara e lo faremo ancora. L’auspicio è quello di avere un affiancamento complementare. Non si tratta né di sostituirsi, né di sovrapporsi, ma di essere complementari per il bene delle attività produttive e per la crescita di tutto il sistema».