Entrambi, fino a qualche ora fa, ripetevano di continuare a volere il partito unico del Terzo polo. Eppure i toni, tra Matteo Renzi e Carlo Calenda, si sono accesi al punto che molti parlamentari parlano apertamente di «rottura». Sarebbe vicino a giungere al capolinea, insomma, il progetto di fusione tra Azione e Italia viva. Anche se Calenda, mentre la tensione si alza, smentisce: «Ma figuriamoci», si limita a commentare.

Un progetto, quello del partito unico, cominciato con il “matrimonio” alle politiche dello scorso settembre tra l’ex premier e l’ex ministro dello Sviluppo e proseguito con una roadmap che doveva portare, entro le europee dell’anno prossimo, alla creazione di una «casa dei riformisti e liberali» italiani. Che ora però sembra appesa a un filo.

«Se siamo alla rottura? Diciamo che Calenda sta facendo tutto da solo». Fonti di primo piano di Italia Viva rispondono così sulle voci di rottura ormai imminente tra i due partiti. I renziani respingono al mittente non solo le accuse di non voler fare sul serio ma addossano al leader di Azione la volontà della rottura. «Leggo polemiche dentro il Terzo Polo. Mi dispiace. Abbiamo scelto di fare un partito unico e abbiamo già definito le date. Noi non cambiamo idea e lavoriamo in questa direzione», twitta invece Maria Elena Boschi.