Cresce la tensione nel Terzo Polo in seguito alla fuga di notizie, secondo le quali Carlo Calenda e Matteo Renzi, rispettivamente leader di Azione e di Italia Viva, sarebbero a un passo dalla rottura. Anche se, per adesso, Calenda smentisce questa ipotesi.
Notizie arrivate come un fulmine a ciel sereno dalle agenzie di stampa, che riprendendo fonti autorevoli del partito di Matteo Renzi, annunciano un prossimo divorzio tra il leader di Italia Viva e quello di Azione, Carlo Calenda.
“Calenda e Renzi alla fine non riescono a stare insieme e secondo me si spacca tutto”. Questa una delle frasi incriminate, che hanno dato il via a numerose speculazioni sul futuro del Terzo Polo.
“Rottura tra me e Renzi? Ma figurarsi!” è la reazione con la quale il leader di Azione ha voluto allontanare le voci di un divorzio all’interno del Terzo Polo.
Basti pensare alle dichiarazioni rilasciate in seguito alla notizia di Matteo Renzi nuovo direttore de ‘Il Riformista’ , con Calenda che ha parlato di “conflitti di interessi”, prima di lasciarsi andare a un dubbio provocatorio: “Matteo deve decidere che vuole fare da grande: il giornalista o il politico”.
Ma dalle fila di Italia Viva più di una voce si è alzata in risposta, lasciando intendere che possa esserci un motivo differente dietro l’apparente rottura tra i due.
Il progetto del Terzo Polo, che nelle idee dei due leader avrebbe dovuto riunire in un unico partito le forze centriste, ha continuato a dichiararsi vivo nonostante il crollo nelle preferenze e i continui screzi tra Calenda e Renzi.
E anche se l’idea di poter creare davvero un unico partito era da tempo saltata, dato che nessuno dei due leader era intenzionato a lasciar inglobare il proprio partito dall’altro (sia per ragioni politiche che economiche), non sono mai mancate le dichiarazioni a favore di una unione mai davvero chiarita nelle sue modalità.
Entrambi, fino a qualche ora fa, ripetevano di continuare a volere il partito unico del Terzo polo. Eppure i toni, tra Matteo Renzi e Carlo Calenda, si sono accesi al punto che molti parlamentari parlano apertamente di «rottura». Sarebbe vicino a giungere al capolinea, insomma, il progetto di fusione tra Azione e Italia viva. Anche se Calenda, mentre la tensione si alza, smentisce: «Ma figuriamoci», si limita a commentare.
Un progetto, quello del partito unico, cominciato con il “matrimonio” alle politiche dello scorso settembre tra l’ex premier e l’ex ministro dello Sviluppo e proseguito con una roadmap che doveva portare, entro le europee dell’anno prossimo, alla creazione di una «casa dei riformisti e liberali» italiani. Che ora però sembra appesa a un filo.
«Se siamo alla rottura? Diciamo che Calenda sta facendo tutto da solo». Fonti di primo piano di Italia Viva rispondono così sulle voci di rottura ormai imminente tra i due partiti. I renziani respingono al mittente non solo le accuse di non voler fare sul serio ma addossano al leader di Azione la volontà della rottura. «Leggo polemiche dentro il Terzo Polo. Mi dispiace. Abbiamo scelto di fare un partito unico e abbiamo già definito le date. Noi non cambiamo idea e lavoriamo in questa direzione», twitta invece Maria Elena Boschi.