Processo Mills. “Non luogo a procedere”. Prescrizione per Silvio Berlusconi

Dopo cinque anni di dibattimento Silvio Berlusconi, imputato a Milano per corruzione in atti giudiziari, è stato prosciolto per prescrizione dai giudici della decima sezione penale del tribunale al termine del processo sul caso Mills. Il verdetto è stato letto dai giudici milanesi dopo circa tre ore di camera di consiglio. Il verdetto di prescrizione significa che i giudici non hanno ravvisato elementi per poter pronunciare una sentenza di assoluzione ed è come se affermassero che Berlusconi effettivamente ha corrotto David Mills, ma ormai è passato troppo tempo per giudicarlo. Ma la sentenza del tribunale di Milano scontenta praticamente tutti.

Non piace alla difesa che ha chiesto per l’ex presidente del consiglio l’assoluzione nel merito, per non aver commesso il fatto o perché il fatto non sussiste. Non piace alla Procura che chiedeva una condanna a 5 anni perché il reato si sarebbe prescritto solo a fine maggio o, al massimo, entro la metà di luglio. Accusa e difesa, almeno per ora devono rassegnarsi: il collegio presieduto da Francesca Vitale ha chiuso il caso. La sentenza è stata letta davanti ad una vera e propria folla di telecamere e giornalisti a stento trattenute dalle forze dell’ordine: in prima fila c’era ‘Russia 1’. Il pm Fabio De Pasquale, visibilmente contrariato dal dispositivo, si è limitato a dire “inutile commentare”. Lui che sembri aver portato avanti una vera e propria crociata contro il Cav sarebbe già a lavoro per presentare il ricorso in appello.

Bisognerà aspettare 90 giorni per leggere le motivazioni con cui oggi i giudici di Milano hanno prosciolto per prescrizione Silvio Berlusconi imputato per il caso Mills. Tre mesi e poi si saprà con precisione se la presunta corruzione in atti giudiziari dell’avvocato Mills è stata commessa o meno da parte dell’ex premier.

Gli avvocati di Berlusconi. “Una sentenza così la impugno tutta la vita”, ha detto a bassa voce, scuro in volto, l’avvocato Piero Longo. E prima di lasciare l’aula della Corte d’Assise da un’uscita laterale per evitare la ‘folla’ dei media, provocatoriamente puntualizza il legale: “Una prescrizione a Milano per il presidente Berlusconi è un successo, perché gli avversari politici diranno che è uno scandalo”. “Noi abbiamo l’auspicio di avere una assoluzione piena, perché crediamo che il presidente Berlusconi se la meriti”, ha invece precisato l’onorevole-avvocato Niccolò Ghedini, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se ricorreranno contro la sentenza che ha dichiarato la prescrizione. Rispondendo alle domande dei giornalisti Ghedini ha dichiarato di avere sentito telefonicamente Berlusconi il quale “ha preso atto della sentenza, ma non ha detto nulla. Ci parleremo dopo”.

Le reazioni della politica. Tutto il mondo politico ha commentato la sentenza del tribunale di Miliano. “Finita la folle corsa del pm e il tentativo di taroccare il calcolo della prescrizione pur di ottenere condanna, solo morale, di Berlusconi” scrive su twitter Angelino Alfano. “Speriamo – scrive il segretario del Pdl in un altro tweet – che i giudici di appello possano esaminare più serenamente ragioni difensive, mortificate per finire processo prima di prescrizione”.

“Oggi è una giornata importante – sottolinea Sandro Bondi, coordinatore del Pdl – Una condanna che sembrava già scritta non è stata emessa, e i giudici hanno dato torto alle accuse e alle richieste del pubblico ministero. Vuol dire che permane un minimo di equilibrio fra l’accusa e la difesa, che, pur non evitando un lungo e inspiegabile accanimento contro una persona, pur tuttavia ha evitato una possibile conclusione che sarebbe stata assurda e inaccettabile, prima ancora che ingiusta”.

Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, è pronto a lanciare una vera e propria crociata contro i magistrati. “Quel che è grave è che ci siano magistrati che hanno negato l’evidenza sulla prescrizione – afferma – Questa gente deve essere allontanata dalla magistratura”. E annuncia che assumerà “iniziative in tal senso perché è incompatibile con la certezza del diritto l’appartenenza alla magistratura di chi nega l’evidenza del diritto e del calendario. Allontanare questa gente è un dovere per garantire i principi della Costituzione. Ne faremo una crociata”. E poi si scaglia contro il pm De Pasquale che per il senatore si è “dimostrato inattendibile, non può continuare a fare il magistrato”. Contro il Pm anche il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. “Il collegio giudicante ha dovuto rispettare la legge, malgrado la sollecitazione del pm, il ben noto De Pasquale, il quale ha cercato in ogni modo di ignorare i tempi della prescrizione che erano certi e ben precisi – rimarca – E’ stata evitata la condanna di un innocente anche se in tutti questi anni Berlusconi è stato scientificamente attaccato sul piano giudiziario dai settori politicizzati della magistratura”.

Di diverso tenore i commenti che arrivano da Pd e Idv. “Non si comprende la soddisfazione del Pdl per la sentenza Mills visto che Berlusconi non è stato assolto con formula piena e nel merito, come avevano auspicato i suoi avvocati, ma solo in virtù dell’intervenuta prescrizione – osserva Rosy Bindi, vicepresidente della Camera e presidente dell’Assemblea nazionale del Pd – Altrettanto fuori luogo i toni da crociata contro i magistrati che hanno fatto solo il loro dovere, in un percorso a ostacoli sapientemente costruiti in questi anni con norme ad personam”.

Pesante anche il commento del presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. “Ancora una volta la prescrizione salva Berlusconi dalle sue responsabilità. Resta, però, il fatto obiettivo che i giudici, anche in esito al dibattimento, non hanno potuto procedere all’assoluzione ‘per non aver commesso il fatto’ perché, evidentemente, il fatto l’ha commesso eccome”, osserva il leader dell’Idv. “Solo che, anche oggi, come altre volte, tra un rinvio e l’altro, Berlusconi è riuscito a tirarla così alla lunga da scamparla. Un comportamento, questo, che di regola appartiene ai delinquenti comuni ma, in questo caso, prendiamo atto che si tratta di una persona che era presidente del Consiglio e che si adoperava anche per far fare leggi che riducessero i tempi della prescrizione”, conclude Di Pietro.

Per Italo Bocchino, vice presidente di Fli, le “le sentenze vanno rispettate. Le motivazioni diranno qualcosa di più ed entreranno nel merito. Sicuramente c’è stato un clima politico molto duro dovuto agli eccessi di Berlusconi contro la magistratura e di coloro che hanno auspicato di risolvere il berlusconismo con la magistratura”.

Per Silvio Berlusconi prescrizione, dunque. Raramente, e a Milano è forse la prima volta, una sentenza si conclude con la dichiarazione dell’intervenuta prescrizione. Del resto non avevano altra scelta: se anche avessero voluto ‘chiudere’ i lavori prima, non avrebbero potuto farlo perché erano ‘sotto’ la ricusazione presentata da Berlusconi. Ricusazione che impedisce ai Tribunali di arrivare al verdetto finale, qualunque esso sia. Stando agli annunci, comunque, il ‘caso Mills’ farà ancora discutere. E’ solo questione di tempo.

 

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