Beneficenza: Chiara Ferragni indagata per ‘truffa aggravata da minorata difesa’.  L’influencer mantiene le promesse: l’ospedale ha incassato il milione di euro

Per Chiara Ferragni si mettono male le cose anche se le accuse sono tutte da dimostrare e la possibile “truffa” sulla beneficenza, che potrebbe essersi consumata attraverso le vendite dei Pandoro Balocco, al momento è solo un’ipotesi investigativa. Di sicuro la Guardia di finanza di Milano sta facendo delle acquisizioni nella sede Balocco a Fossano (Cuneo), il gruppo dolciario al centro dell’indagine della campagna benefica di pandoro griffati Chiara Ferragni. La finanza sta agendo su input della procura di Milano. Nel mirino l’acquisizione di documentazione e mail relative all’accordo tra la società e l’imprenditrice digitale. L’accusa è pesantissima: “Truffa aggravata da minorata difesa“, ovvero, dall’aver approfittato di chi si commuoveva per l’idea di poter fare beneficenza. Indagine che riguarda anche Alessandra Balocco, ad dell’omonimo gruppo dolciario. L’iscrizione è stata decisa dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco.

“Sono serena perché ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso. Ho piena fiducia nell’attività della magistratura e con i miei legali mi sono messa subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile”, dice Chiara Ferragni, assistita dagli avvocati Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone, in merito alla notizia relativa alla iscrizione nel registro degli indagati – con l’accusa di truffa aggravata – da parte della procura di Milano per la vendita dei pandori Balocco. “Sono, invece, profondamente turbata – conclude Chiara Ferragni – per la strumentalizzazione che una parte dei media sta realizzando, anche diffondendo notizie oggettivamente non rispondenti al vero.”

La Guardia di finanza di Milano ha inviato all’aggiunto di Milano Eugenio Fusco un’annotazione, sull’affare Balocco-Ferragni, che sembra dunque far cambiare le carte in tavolo sulla vicenda. Da quanto si apprende sono stati consegnati più allegati rispetto alla vendita dei pandoro e partendo da quanto già acquisito dall’Antitrust si sono valorizzati alcuni aspetti già emersi nelle carte del Garante, inoltre sono state acquisite le mail tra il gruppo dolciario e l’imprenditrice digitale che presenterebbero degli aspetti che hanno catturato l’attenzione degli inquirenti. Aspetti su cui ora la procura di Milano dovrà trarre le sue conclusioni: se inizialmente il reato di truffa era stato ‘scartato’, ora gli elementi raccolti sembrerebbero avallare questa ipotesi di reato.

L’inchiesta sul ‘Pandoro Pink Christmas’ griffato da Chiara Ferragni e parte di una campagna benefica rischia di costare tanto all’influencer già multata dall’Antitrust per un milione di euro per pubblicità ingannevole. Si tratta del contratto più controverso anche se sono altri due i fronti aperti: il Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Gdf sta facendo accertamenti anche sull’operazione relativa alle uova pasquali di Dolci Preziosi e sulla bambola a sua immagine e somiglianza i cui ricavi sono stati impiegati nella lotta contro il cyberbullismo.

Già nelle prossime ore il fascicolo sul caso Balocco-Ferragni potrebbe non essere più contro ignoti. Inoltre alcune delle procure che avevano aperto un fascicolo dopo l’esposto del Codacons si sono rivolte all’aggiunto Eugenio Fusco per trasmettere le carte a Milano che potrebbe essere la procura competente sul caso.

“Nel nostro esposto a 104 Procure, e considerati i gravi fatti contestati dall’Antitrust, ipotizzavamo proprio il più grave reato di truffa a danno dei consumatori, e pertanto non possiamo che approvare la scelta della magistratura di accogliere la nostra richiesta” spiega il Codacons in una nota. “Crediamo che, allo stato attuale e sulla base delle nuove notizie emerse sui mass media, ci siano elementi sufficienti per valutare una estensione delle indagini a tutte le iniziative di beneficenza avviate negli ultimi anni dai Ferragnez, a partire dal caso delle bambole Trudi. Crediamo inoltre debbano essere bloccate tutte le attività solidali di influencer famosi in attesa di una normativa che disciplini in modo più trasparente il settore, e per evitare che la beneficenza si trasformi in attività commerciale a discapito dei cittadini”, conclude il Codacons.

L’associazione dei consumatori ha optato per avviare un’azione legale collettiva per ottenere il rimborso della parte in eccesso del costo dei pandori con il marchio Ferragni.

Nel frattempo, mentre la procura sta delineando la sua strategia, il Codacons ha avviato una causa collettiva per tutti coloro che hanno acquistato il pandoro durante il Natale del 2022 e ora desiderano ottenere un rimborso.

Il ramo siciliano dell’associazione dei consumatori è pronto a promuovere un’azione collettiva con l’obiettivo di garantire ai consumatori che hanno acquistato il pandoro “Pink Christmas” di Balocco il rimborso delle somme extra pagate. Il Codacons spiega: “Con la nostra iniziativa, miriamo a ottenere un rimborso per coloro che hanno acquistato il pandoro marchiato Ferragni, pari alla differenza tra il prezzo del pandoro Balocco standard (3,68 euro) e quello marchiato Ferragni (9,37 euro). Questo aumento di prezzo, enfatizzato dalle pubblicazioni dell’influencer, ha indotto molte persone a ritenere che i 5,69 euro aggiunti fossero destinati a fini benefici.” L’ammontare totale stimato per la causa collettiva è di circa 1,65 milioni di euro.

L’associazione sta agendo come rappresentante degli acquirenti nel quadro dell’indagine condotta dalla Procura di Milano. È possibile richiedere il rimborso anche senza possedere più lo scontrino, purché si possa comunque dimostrare l’acquisto. Nel frattempo, Ferragni ha effettuato una donazione di un milione di euro all’ospedale Regina Margherita, un gesto che alcuni considerano un tentativo maldestro di riconquistare la sua immagine. L’ospedale Regina Margherita di Torino ha confermato di aver ricevuto la donazione di un milione di euro da parte di Chiara Ferragni. La somma promessa dalla famosa influencer, arriva dopo la sanzione dell’Antitrust per il caso Balocco, seguito dalla decisione del Codacons sul rimborso dei pandori: potrebbe, la donazione per la struttura ospedaliera, ammorbidire la situazione?

La Città della Salute di Torino ha descritto la donazione come “un gesto di grande generosità a supporto delle strutture che si occupano della salute dei piccoli pazienti”. Nei prossimi giorni, l’ospedale valuterà come utilizzare la somma, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la diagnosi, la cura e l’umanizzazione dei percorsi dei pazienti pediatrici. Insieme all’azienda Balocco infatti, Chiara Ferragni aveva annunciato un’iniziativa benefica, per cui la vendita dei pandori prometteva di sostenere la ricerca sull’osteosarcoma e sul sarcoma di Ewing. La somma realmente donata oggi all’ospedale Regina Margherita di Torino, è stata destinata infatti a finanziare l’attività della struttura di oncoematologia pediatrica e altri progetti di ricerca.

Nel tribunale di Milano, il pm Fusco sta esaminando le prove raccolte dalla Guardia di Finanza nel caso Balocco. Prima di procedere con ulteriori sviluppi relativi ad altri casi, la procura intende acquisire una comprensione completa dei dettagli di questa operazione al fine di chiarire eventuali aspetti poco chiari. La convocazione delle due indagate dovrebbe avvenire nelle prossime settimane.

Nel frattempo, Ferragni è tornata sui social media, dove cerca di ricostruire la sua immagine senza prestare attenzione al mondo esterno, seguendo il suo mantra: “Se non è sui social, non esiste.”

In tanti, sui social, hanno notato come Chiara Ferragni, qualche giorno fa, si sia concessa una gita fuori porta con i figli, ma senza il marito Fedez, al Ferdy Wild un agriturismo a Lenna, in provincia di Bergamo. Attraverso le sue storie Instagram, Ferragni ha mostrato il suo Leone mentre portava al trotto un cavallo aiutato dagli istruttori e la piccola Vittoria impegnata a giocare con i pony.

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