Immigrazione, ambiente, Green Deal, femminicidi. Nel discorso sullo stato dell’Unione del 2023 la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha delineato le priorità e le iniziative strategia per il prossimo anno. Si tratta dell’ultimo discorso di questo mandato legislativo prima delle elezioni europee del 2024. Mentre Lampedusa è di nuovo al collasso von der Leyen assicura sicurezza e umanità sul fronte dell’immigrazione. Ma non dice una parola sui ricatti di Berlino e Parigi, che di fatto rinnegano gli accordi Ue.
Di fronte al nuovo record di sbarchi nell’isola siciliana con la Germania che chiude gli ingressi ai migranti italiani e la Francia che aumenta i presidi al confine con Ventimiglia la presidente Ue preferisce glissare e auto-incensarsi per l’ottimo lavoro svolto. “Un accordo sul patto non è mai stato così vicino. Dimostriamo che l’Europa può gestire la migrazione in modo efficace e compassionevole”. Così nel suo intervento, lanciando l’organizzazione di una Conferenza internazionale sulla lotta al traffico di esseri umani. Nessun accenno all’egoismo dei due Stati membri che ostacola l’avanzamento delle trattative a cui lavora da mesi il premier Meloni.
Inevitabile la premesse sul prossimo voto per rinnovare il Parlamento di Strasburgo. “Insieme al Parlamento, agli Stati membri e alla mia squadra di commissari abbiamo realizzato oltre il 90% delle linee guida politiche che ho presentato nel 2019. Manteniamo gli impegni oggi e prepariamoci per domani”.
“Sul Green Deal europeo manteniamo la rotta. Rimaniamo ambiziosi”, ha aggiunto la presidente della Commissione Ue. “Manteniamo la nostra strategia di crescita. E ci impegneremo sempre per una transizione giusta ed equa. Quando parlo con la nuova generazione di giovani, vedo la stessa visione di un futuro migliore. Lo stesso ardente desiderio di costruire qualcosa di migliore”. Poi ha assicurato che entrando nella fase successiva del Green Deal europeo, si continuerà a sostenere l’industria europea.
Sospeso il giudizio di Fratelli d’Italia-Ecr. “La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, nel discorso sullo stato dell’Unione, ha esposto una sorta di manifesto elettorale”, ha detto il capodelegazione Carlo Fidanza. “In parte condivisibile, in parte no, in parte in estremo ritardo”. Per il capogruppo di FdI alla Camera, Tommaso Foti, “quella dei flussi migratori è una situazione molto grave. Che deve avere una risposta in ambito europeo perché l’atteggiamento di Francia e Germania complica le cose. O l’Europa batte un colpo o diversamente lo dovrà battere autonomamente l’Italia. Anche oltre quello che l’Europa sta facendo o non facendo”.
“Un’emergenza costruita ad arte e inaccettabile”. La situazione a Lampedusa sta degenerando secondo Mediterranea, ong che si occupa di salvare migranti nel Mar Mediterraneo. Nell’hotspot dell’isola ci sono ormai 7000 persone.
La ong Mediterranea Saving Humans ha accusato in una nota il Governo italiano di essere il responsabile della crisi migratoria in corso a Lampedusa. Secondo quanto riportato, sarebbe l’assenza delle istituzioni a rendere problematica la situazione.
“Come dice anche il sindaco dell’isola Mannino, i trasferimenti veloci delle persone verso la Sicilia andavano non solo potenziati ma resi effettivi” recita il comunicato, riprendendo le rimostranze del sindaco di Lampedusa.
L’ong critica poi gli accordi presi con gli Stati del Nord Africa per non far partire i migranti, accusando le istituzioni di essere scese a patti con “trafficanti e miliziani“ e chiede l’utilizzo di grandi navi militari per i trasferimenti dei migranti dall’isola.
Nel mirino dei Mediterranea anche la politica italiana sui soccorsi in mare. Il Governo Meloni ha varato norme che rendono molto complicato agire per salvare i migranti se non si è parte della guardia costiera o delle autorità italiane.
Attimi di tensione tra migranti e forze dell’ordine a Lampedusa, dove nel centro d’accoglienza sono ospitati oltre 6mila persone a fronte dei 400 posti disponibili
“Questa è una emergenza costruita anche dal punto di vista dell’organizzazione dei soccorsi in mare a partire dalla scelta di tenere lontane dalle acque libiche e tunisine le navi delle guardie costiere e delle marine europee” prosegue la nota.
L’organizzazione chiede un’operazione simile all’ormai terminata “Mare Nostrum“, che preveda un pattugliamento delle acque tra le coste europee e quelle africane in modo da salvare più vite possibile.
Infine, il comunicato attacca le politiche di accoglienza italiane degli ultimi anni. Mediterranea accusa l’esecutivo e i partiti che ne fanno parte di aver smantellato il sistema di accoglienza italiano.
“I numeri delle persone che arrivano via mare non sono diversi da quelli del 2016. Quello che è cambiato è invece il fatto che non esiste più un sistema di prima e seconda accoglienza diffusa, dignitoso ed efficace”.
L’hotspot di Lampedusa ospita al momento più di 7000 persone, mentre la sua capacità massima dovrebbe essere di 400.