Zingaretti bacchetta Di Maio: Errore scendere in piazza

L’idea di Luigi Di Maio, ex capo politico dei 5Stelle, di scendere in piazza il prossimo 15 febbraio per difendere le misure sui vitalizi dei parlamentari non piace al Pd. “E’ evidente che giudico questa iniziativa un errore. Invito Di Maio a guardare al futuro e casomai a dare un contributo sul come questo governo ritrova in provvedimenti da mettere in campo insieme una sua prospettiva politica”, è la chiusura netta di Nicola Zingaretti ai microfoni di Circo Massimo, su Radio Capital.

Il segretario Dem chiede al Movimento 5 Stelle un chiarimento “decidete cosa volete fare rispetto a questo governo, altrimenti nessun problema è risolvibile”. Per il numero uno del Nazareno “non è vero che di per sé il Governo non regge”, ma ora “dalle parole si torni a un’etica della responsabilità”. Perché “o si passa dalle parole ai fatti o il governo si indebolisce”, è il monito di Zingaretti. “Una grande alleanza che vuole salvare il Paese non si arena nella polemica quotidiana, fermare le destre non significa spaventare le persone di Salvini, vuol dire dimostrare che si può fare molto meglio di quando lui governa”.

Ma è indubbio che tra i due partiti che sostengono il governo Conte c’è un duro braccio di ferro sulla giustizia che rischia di indebolire l’esecutivo. Sulla prescrizione “siamo per una soluzione, chiediamo a Conte di trovarla, se non si trova si va avanti con la nostra proposta o anche con il rinvio di un anno se si vuole salvare questo Governo” sottolinea Zingaretti.

Il segretario del Pd vuole anche accelerare sulle modifiche ai decreti Sicurezza voluti da Matteo Salvini. “Sono i decreti dell’odio, non hanno prodotto nulla in termini di sicurezza” e auspico che “in fretta il Governo volti pagina su questo”. E poi il nodo autostrade con la possibile revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. “Non si può decidere sulla base di un fideismo politico a prescindere dalla verifica” afferma il segretario dem, ribadendo una linea di prudenza sul dossier. “In uno stato di diritto i provvedimenti si prendono sulla base della verifica. Se sono stati rispettati i patti o no. Non capisco perchè è tutto così difficile in Italia”.

Sulla figura dell’attuale presidente del consiglio, Zingaretti non ha dubbi. “Conte è un punto di riferimento dei progressisti, ne sono assolutamente convinto. Credo che il dibattito che si è aperto in Italia è figlio anche di una sua scelta di campo, di collocarsi chiaramente in un fronte. È il premier di un Governo di centrosinistra. Non era scontato, tanti nel M5S questa collocazione non la prendono perché non la condividono”.

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