Zimbabwe, Mugabe si è dimesso

Il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, si è dimesso poco dopo che il Parlamento ha dato il via a un procedimento di impeachment. L’annuncio è stato dato dal presidente del Parlamento Jacob Mudenda.

Un coro di acclamazioni è esploso tra i deputati del Parlamento dello Zimbabwe quando lo speaker ha annunciato le dimissioni. Lo speaker ha dunque interrotto le procedure di impeachment precisando di avere ricevuto una lettera dell’anziano leader con le sue dimissioni ‘che hanno effetto immediato’. Dopo la diffusione della notizia la folla ha esultato per le strade di Harare, capitale dello Zimbabwe. La città è esplosa in cori di giubilo, accompagnati canti e balli. Lo scorso fine settimana sempre ad Harare si era svolta una imponente manifestazione per chiedere le dimissioni dell’anziano leader.

A novantatre anni, Robert Mugabe fino alle dimissioni di oggi, è stato il più anziano e longevo capo di Stato del mondo. E dal 1980 anche il solo leader che lo Zimbabwe abbia conosciuto dall’indipendenza.  Parliamo di un capo rivoluzionario  che dopo aver fronteggiato il colonialismo si è trasformato  in oppressore.

Per 37 anni Mugabe ha controllato con la violenza e l’oppressione quello che una volta era uno dei Paesi più ricchi dell’Africa, nonostante abbia avviato la sua battaglia per l’indipendenza politica da insegnante impegnato per il riconoscimento dei diritti in quella che era una volta la colonia britannica della Rhodesia del sud. È stato un eroe della lotta contro il regime bianco segregazionista di Ian Smith succeduto al colonialismo britannico, per poi progressivamente mutare in un tiranno, persona non grata anche per Stati Uniti ed Unione Europea, ma in grado di trascinare il Paese in una catastrofica crisi economica e nell’isolamento internazionale.

 Educazione cattolica, si diploma presto, a 17 anni e lascia Kutama.  Vince una borsa di studio e arriva all’università sudafricana di Fort-Hare, si laurea in scienze politiche. Diventa marxista e legge, fino a esserne profondamente influenzato dalle azioni del Mahatma Gandhi durante il movimento d’indipendenza indiana.

Si sposta a Driefontein (1952), a Salisbury (1953), Gwelo (l’attuale Gweru) (1954) e in Tanzania (1955-1957) e poi si laurea una seconda volta all’Università di Londra. Insegna, ma non si ferma. Nel 1984 gli conferiscono la laurea honoris causa dall’Università di Edimburgo, Nel 1994 è nominato Knight Commander dell’Order of the British Empire (KBE). Questo titolo, come l’ammirazione del suo popolo, gli è successivamente revocato.

Nel 1960 ritornò in quella che allora era la Rhodesia coloniale, diventando uno dei protagonisti della lotta per l’indipendenza e i diritti della maggioranza nera. Nel 1964 viene arrestato insieme ad altri membri del partito e condannato a 10 anni di prigione. Durante la prigionia consegue due lauree per corrispondenza in giurisprudenza ed economia e continua a leggere i testi marxisti su cui fonda la sua formazione ideologica. Nel 1966 subisce un torto che segna a vita: il regime rodhesiano gli nega il permesso di andare al funerale dell’unico figlio, Michael Nhamodzenyika Mugabe, morto di malaria in Ghana all’età di tre anni.

Rilasciato, ripara in Mozambico dove diventa il capo dell’ala paramilitare del partito Zanu (Unione del Popolo Africano dello Zimbabwe) e poi capo dell’intera formazione politica.

Nel 1980, Mugabe vince le prime elezioni dopo la fine del regime bianco di Smith e diventa primo ministro. Da allora ha sempre guidato il paese, di cui è diventato presidente nel 1987. I primi tempi realizza politiche che migliorano la qualità di vita della popolazione ma in breve diventa un dittatore sanguinario ordinando una dura repressione politica  che costa 20mila morti.

 L’ossessione per il potere  diventa folle e lo fa dichiarare: Solo Dio può destituirmi.   E se non dovessimo trovare i soldi per i progetti, ebbene, li stamperemo’.

A distruggere l’economia hanno contributo il costoso intervento nella guerra civile nella Repubblica democratica del Congo (1998-2002) e la disastrosa riforma agraria varata nel 2000. Quell’anno, Mugabe viene sconfitto nel referendum sulla nuova Costituzione da lui voluta, grazie all’azione di un nuovo partito d’opposizione guidato da Morgan Tsvangirai.

Il presidente dello Zimbabwe reagisce intensificando la persecuzione degli avversari politici, tramite la sua milizia di veterani della guerra di liberazione, e perseguendo l’esproprio delle piantagioni dei quattromila farmer bianchi rimasti nel paese, che detenevano il 70% delle terre migliori. Ma l’esproprio non è andato a beneficio dei contadini poveri come promesso, quanto ai membri del partito Zanu, spesso incapaci di portare avanti una fattoria. E la produzione agricola che un tempo era la principale risorsa del paese precipita ai minimi storici, complici una serie di annate di siccità.

Isolato in Occidente, dove può recarsi solo in Vaticano e nelle sedi dell’Onu, Mugabe diventa tuttavia presidente dell’Unione Africana nel 2015. Di recente, l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), costretta da una valanga di critiche e proteste, ritira la sua nomina ad ambasciatore di buona volontà.

Sempre più paranoico, Mugabe addebita la crisi ad un complotto dell’Occidente e considera i suoi critici, all’interno come all’esterno del suo partito Zanu, come ‘sabotatori e traditori’. Negli ultimi anni le sue lussuose feste di compleanno, con migliaia di invitati e portate a base di animali in via di estinzione, dove non mancano trofei di leoni uccisi, sono lo scandalo di un paese al limite del sussistenza. E peggiorano l’antipatia generale per la seconda moglie Grace, sua ex segretaria di 41 anni più giovane, che Mugabe avrebbe voluto come suo successore  con la quale ha tre figli: Bona Mugabe (1988), Robert Peter Mugabe jr. (1993) e Chatunga Bellarmine Mugabe (1997). Negli anni, Grace ha assunto un ruolo politico sempre più importante.

‘Anche da morto sarà sulla scheda elettorale e vedrete che la gente voterà anche per il cadavere di Mugabe’, dichiara Grace, la sua seconda moglie, lo scorso febbraio, qualche giorno del 93esimo compleanno. Fino a poco tempo fa: ‘Dovresti proprio lasciarmi il tuo posto’, gli dice di fronte a migliaia di fedeli in una locale chiesa. E accusa Mnangagwa di avere un passato oscuro di trame clandestine, tra cui la pianificazione di un colpo di stato durante il periodo dell’indipendenza dello Zimbabwe nel 1980. Secondo fonti di stampa, la First Lady avrebbe dovuto ufficialmente essere designata vice del capo di Stato durante il prossimo congresso dello Zanu-Pf, il partito di Mugabe, in agenda a dicembre.

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