Zaia tra terrorismo e poliziotti lavavetri

“E’ molto triste, ma fa anche rabbia, vedere le nostre Forze dell’Ordine travestite da lavavetri per fare presente ai cittadini le mille difficoltà che incontrano per garantire la loro sicurezza. Come nel caso della criminalità comune, anche sul fronte antiterrorismo tra l’annunciato e il fatto c’è una voragine. A sentire Renzi e Ministri vari sarebbe stata schierata una gigantesca task force contro i crescenti rischi del terrorismo islamico. A sentire chi dovrebbe stare in prima linea, gli agenti sono pochi e senza una preparazione specifica, che avrebbe l’esorbitante costo di 6 milioni di euro. A chi credere? Io sto con i poliziotti, anche perché gli esempi non si contano più: l’Italia è probabilmente tra gli Stati del Mondo che tiene meno in considerazione le necessità delle sue Forze dell’Ordine e dei cittadini che sono chiamate a difendere”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commenta l’iniziativa nazionale del Sindacato di Polizia Sap, effettuata anche in varie città venete, per denunciare la scarsità di uomini e l’assenza di formazione per coloro che dovrebbero presidiare i siti sensibili a rischio terrorismo. La denuncia sulla scarsità di uomini e mezzi,   aggiunge Zaia,  è anche la mia quando, pressochè quotidianamente, chiedo allo Stato di rafforzare la lotta al crimine che sta dilagando in Veneto. Quanto alla formazione specifica  mi sembra l’Abc: il terrorismo è un fenomeno tanto brutale quanto subdolo e se chi è chiamato a fronteggiarlo non ne conosce i segreti e le caratteristiche più recondite il risultato è uno solo: agenti esposti a rischi personali enormi e cittadini difesi poco e male. Purtroppo siamo alle solite.

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