Yemen: ufficiale esercito governativo ucciso dai ribelli sciiti a Shabwa

Un importante ufficiale delle truppe governative yemenite e’ stato ucciso ieri a Shabwa dai ribelli sciiti zaiditi Houthi. Si tratta del maggiore Saleh al Khaiati, capo dell’82esimo reggimento dell’esercito governativo yemenita. L’uomo e’ morto colpito dal fuoco dei ribelli Houthi in un conflitto avvenuto nella zona di Midi. L’esercito yemenita, sostenuto dai raid della Coalizione araba a guida saudita, ha compiuto importanti progressi negli ultimi mesi nella provincia di Shabwa lungo la costa nord-occidentale dello Yemen. La zona di Midi si trova lungo il confine tra Yemen e Arabia Saudita che l’esercito yemenita sta cercando di riconquistare per evitare che venga usata come base per lanciare attacchi contro l’Arabia Saudita.

Sabato scorso 5 novembre centinaia di sostenitori dei ribelli yemeniti Houthi sono scesi in piazza a Sana’a per protestare contro il piano di pace proposto dall’inviato dell’Onu, Ismail Ould Cheikh Ahmed. Quest’ultimo e’ tornato a Sana’a giovedi’ 3 novembre per la sua seconda visita in una settimana, per cercare appoggio a favore del suo piano di pace tra i rappresentanti del governo legittimo del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi e dell’alleanza dei ribelli composta dai combattenti sciiti Houthi e dalle forze fedeli al deposto presidente Ali Abdullah Saleh. Il diplomatico mauritano ha piu’ volte sottolineato la propria risolutezza a riprendere il suo operato, anche se ad oggi entrambe le parti hanno respinto le sue proposte. Parlando al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Ahmed ha ribadito che ora “la palla e’ nel campo delle fazioni yemenite”. Il diplomatico ha infatti esortato le fazioni contendenti a firmare l’accordo politico, ricordando che in questa guerra “non ci sono vincitori”.

In questi mesi Ahmed ha presentato una tabella di marcia sia ai ribelli che al governo yemenita per porre fine alla guerra civile in corso ormai da piu’ di 18 mesi e che ha provocato almeno 7 mila morti, soprattutto civili, mettendo in ginocchio il paese. Le proposte dell’inviato Onu prevedono la nomina di un nuovo vicepresidente e la formazione di un governo di unita’ nazionale che sovrintenda al processo di transizione e infine portare a nuove elezioni. Secondo il piano, gli Houthi si sarebbero dovuti ritirare dalle citta’ di Sana’a, Hodeida e Taiz e consegnare le armi in un processo svolto in parallelo con i nuovi accordi politici. Tuttavia tra gli avversari della proposta dell’inviato speciale Onu vi e’ proprio il presidente legittimo Hadi, sostenuto dai paesi del Golfo, il quale ha respinto la proposta di pace osservando come essa premi di fatto i “golpisti che hanno preso il potere a Sana’a. Anche i ribelli hanno criticato la proposta sottolineando che la tabella di marcia contiene “difetti sostanziali”.

Il premier del governo yemenita, Ahmed Ben Dagher, ha invece annunciato di accettare il piano dell’inviato dell’Onu solo nella forma, ma non nella sostanza. Incontrando a Riad l’ambasciatore degli Stati Uniti in Yemen, Matthew H. Tueller, il premier yemenita ha detto: “Il mio governo ha accettato il piano dell’Onu nella sua forma per risolvere la crisi, ma non nella sostanza perche’ vogliamo che si ritorni al dialogo nazionale in cui ci trovavamo prima del golpe dei ribelli sciiti su Sana’a”. Ben Dagher ha poi aggiunto di “voler ripartire anche dalle decisioni prese dalla commissione per il dialogo e dalla risoluzione dell’Onu 2216”, che prevede il ritiro delle milizie ribelli sciite Houthi dalle citta’.

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