Vladimir Putin.Lo Zar post sovietico

La sua azione:restituire alla Russia la sua storia

Nasce a Leningrado 61 anni fa,si laurea presso la locale Università Statale in Diritto Internazionale nel 1975.Dopo la laurea si arruola nel KGB, dove raggiunge il grado di colonnello.Ha diretto l’ufficio del servizio segreto sovietico a Dresda ex Germania dell’Est.Dall’agosto 1999 al maggio 2000 ricopre l’incarico di Primo Ministro della Federazione Russa su nomina di Boris Eltsin.Dopo le dimissioni di Eltsin viene eletto nel 2000 Presidente e riconfermato nel 2004, poi per impossibilità di ricoprire il terzo mandato favorisce l’elezione del suo delfino Medvedev fino al 2008,nel 2012 si ricandida e viene rieletto per un terzo mandato. La sua maggiore preoccupazione ,sin da quando scese in politica,è stata sempre quella di ridare alla Russia la sua storia. Interprete magistrale della real politick , ma non al punto da abiurare completamente lo spirito di quello che fu l’impero sovietico,che lui stesso ebbe a definire il buco nero della storia della Russia. Come i suoi predecessori Putin non tollera il dissenso ,diffida dei suoi vicini e vuole che lo stato metta in mostra tutto il suo potere con opere ambiziose e sfarzose.Sin  dall’inizio della sua irresistibile ascesa al potere, ha fatto intendere al mondo intero la linea guida della sua politica ,quella di restituire alla Russia la sua storia, con la ricostruzione dei confini del grande spazio russo, dalle rive del fiume Dnepr  a Vladivostok ,dal Baltico al Caucaso fino al Mar Nero. Gli strumenti da lui utilizzati sono state le sterminate riserve di petrolio e di gas possedute dal suo Paese e la creazione di una grande comunità euro-asiatica,dove secondo le sue intenzioni dovrebbero trovare posto e spazio i Paesi sopravvissuti alla grande catastrofe dell’Impero Sovietico. E’ doveroso,però, ammettere che le sue ambizioni sono state alimentate ancora di più dalla politica occidentale, che lo hanno reso ancora più convinto che la strada da lui imboccata era quella giusta,nell’interesse della Grande Russia. L’allargamento della Nato sino alle Repubbliche Baltiche ed in prospettiva la concreta possibilità di estenderla in Georgia ed in Ucraina ha fatto scattare in Putin il naturale nazionalismo che tutti i Russi hanno dentro e che tirano fuori ogni qualvolta sentono che la loro Patria corra pericolo, il tutto condito da due aspetti di questo acceso nazionalismo: paura ed ambizione.  Alla luce di quello che sta accadendo in Ucraina, se la politica occidentale dovesse privilegiare un’azione di forza,applicando una serie di sanzioni economiche e finanziarie, anziché perseguire la strada della diplomazia, si finirebbe per fare il gioco di questo Zar post sovietico,perché si contribuirebbe ad allargare quella base nazionalista su cui Putin ha fondato e tutt’ora fonda la sua popolarità e nello stesso tempo si renderebbe ancora più difficile il cammino,in Russia, verso una completa realizzazione di una società civile,laica e democratica.

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