Vite che abitano

La galleria Tartaglia Arte nasce nel 1950 come studio di pittura dell’artista Piero Tartaglia, all’epoca conosciuto con il nome d’arte Pierry.  Oggi, la Galleria Tartaglia Arte di Roma, organizza mostre temporanee o permanenti a livello  nazionale e internazionale  che sono  il frutto dell’esperienza e dello spirito mecenatico, dell’amore e della grande passione di un uomo che ha consacrato la propria vita all’Arte,  ben trasmesso al  figlio Riccardo. La galleria Tartaglia Arte che  in collaborazione con il CASC-BI (il Centro Assistenza Sociale e Culturale tra i dipendenti della Banca d’Italia)  presenta  presso la sede della Banca d’Italia a Roma una mostra personale di pittura “Vite che Abitano” di Fulvio Tornese, autore già presentato in Cina dalla galleria.  E’ questo  il quarto di una serie di eventi che la Tartaglia Arte sta organizzando in questa location espositiva della Banca d’Italia. L’apertura dell’esposizione dell’artista è prevista per venerdì 1 Marzo e si protrarrà fino al giorno 11marzo, tempo utile   per sviscerare e render nota la collezione in compagnia  dello stesso autore che prenderà parte all’evento. Fulvio Tornese nasce a Lecce nel 1956 e si diploma presso il liceo artistico, conseguendo successivamente la laurea in architettura all’Università di Firenze. Fonda poi con altri giovani colleghi l’Atelier Interdisciplinare di Ricerca “AIR”. Con questo gruppo partecipa a vari concorsi internazionali e svolge attività professionale. Dal 1987 si trasferisce a Lecce dove apre un proprio studio,  avendo a margine il desiderio   di coltivare la propria passione per la pittura,  esprimendosi all’inizio in opere che dipingono squarci di realtà  a tratti grottesche e deformate che arrivano all’osservatore con immediato impatto. In questa mostra saranno esposte nuove produzione olio e tecniche miste su tela e su carta e inoltre dei multipli stampate su carta cotone Harman con inchiostro ultracom k3 certificate ed a serie limitata. Le opere recenti di Fulvio Tornese rivelano, ancora una volta, un’attenzione verso storie bizzarre, pregne di interpretazioni a maglie larghe, anche in quel vento di drammaticità che talvolta soffia nei suoi scenari pittorici. Non è infatti impossibile leggere in questo ciclo, presentato in anteprima a Roma, un’attenzione a quelle declinazioni della realtà così globali e dilatate da sembrare quasi atemporali. Ma c’è un’altra faccia di questo ciclo, che emerge prepotentemente dalle sferzanti superfici dei suoi dipinti: Tornese è pittore nel profondo, e questo lo si percepisce anche dall’indagine sui supporti. Fulvio Tornese con questa mostra romana si conferma dunque un pittore, nel senso più vitalistico del termine, che ripesca con disinvoltura l’immaginario che ha caratterizzato i suoi esordi nel mondo dell’illustrazione.

 

Marco Novellino

 

 

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