Vinitaly: continua l’ascesa. Mille e una novità per bere bene

Cifre eccellenti a Verona: 4600 espositori da 35 nazioni su 100 mila metri quadrati espositivi. Anche quest’anno il Vinitaly si conferma più grande di prima!Gran lustro il vino porta oggi all’economia italiana, sia in termini di immagine che di business.
Gli operatori professionali presenti nella scorsa edizione sono stati 128 mila di cui 32 mila top buyer esteri provenienti da 143 paesi.
In continuo aumento anche il trend di crescita, supportato da una serie di nuove apprezzabili iniziative di questa 53a edizione della grande fiera internazionale di Verona.
Prima tra tutte Vinitaly International che diffonde la conoscenza delle nostre eccellenze enologiche, con i suoi 40 eventi annuali. Poi, Vinality Store, dove si possono acquistare oggetti da cucina e gadget a marchio Vinitaly, che ha ampliato l’offerta della Fiera trasformata in un brand.
Il numero dei visitatori e degli espositori è in continua crescita, come il costo dello spazio per gli stand degli espositori, aumentato vertiginosamente, ma essere presenti ha comunque la sua convenienza.
Immancabile passerella di politici e di autorità di vario livello in una fiera che invece rappresenta un settore operativo che dalla politica ha ricevuto poco. Il comparto agroalimentare si avvale essenzialmente del duro e autonomo lavoro degli imprenditori e dei loro collaboratori, scevro dai tanti sovvenzionamenti elargiti altrove.
L’edizione 2019 punta innanzitutto su un rapporto essenziale e autentico tra il territorio ed il consumatore, laddove i produttori medio-piccoli si impegnano per comunicare con la loro artigianalità un messaggio autentico, concreto e frontale. Meno lusso, dunque, e più sostanza.
Stand sicuramente molto curati e ampi comunque, per quanto riguarda le grandi case produttrici super gettonate dal pubblico. Più opportuna essenzialità per i piccoli produttori che di sono ridimensionati e hanno puntato innanzitutto sulla produzione, prediligendo la semplicità dell’accoglienza. Orientamento vincente, quello di quest’ultimi, considerato che proprio dai produttori artigianali si ha più che mai la possibilità di trovare vini dalle personalità spiccate che rispecchiano i singoli vigneti e le loro caratteristiche vincenti, quando sono, come stavolta nella maggioranza dei casi, particolarmente vocati e ottimamente vinificati e in tale modo viene esaltata al massimo la loro unicità e le caratteristiche che li rendono tali.
C’e solo l’imbarazzo della scelta: ampie possibilità per tutti i palati e per gli abbinamenti più vari e anche inconsueti.
Tra i tanti, una serie di Barolo da vigneti diversi, ciascuno vinificato separatamente dal produttore col risultato di tre vini diversi per quanto provenienti dalla stessa uva, dall’identica annata, e da tre aree alquanto vocine (non più di cinque chilometri di distanza); poi, l’Amarone raggiunge bevibilità freschezza inaspettate, da fare incoerenza a un bianco; ancora, l’Inzolia – o Insolia o Ansolnica – piena e salina; mentre il viognier, originariamente coltivato solo nella Valle del Rodano settentrionale, a lungo dimenticato e poi assurto al successo di livello mondiale dopo l’ultimo quarto del XX secolo, si distingue per la delicata aromaticità, bilanciamento e notevole piacevolezza; il Soave di spiccata mineralità.
Di rilievo l’offerta siciliana, incominciando da uno squisito amaro artigianale a base di melograno, carrube e arance, particolarmente indicato – tra l’altro – per la moderna mixology ed essenzialmente votato ad una piacevole chiusura di pranzo.
Notevoli i prodotti della Trinacria.
Il Consorzio di tutela Vini Doc Sicilia, che tutela da 7 anni il marchio Sicilia e garantisce la qualità dei prodotti, è pure presente quest’anno al Vinitaly di Verona.
I vini della Doc Sicilia nel 2018 hanno raggiunto dei risultati davvero notevoli che hanno portato a registrare un bilancio di fine anno pari a ben 80 milioni di bottiglie di vino prodotte, destinato a crescere. infatti, la previsione per la fine del 2019 è di 100 milioni di bottiglie. In testa, l’exploit di Grillo e Nero d’Avola, oltre alle performance di rilievo degli altri vitigni isolani.
Molti i fattori che hanno portato a questo successo, sostenuto dalla presenza sempre più capillare della Doc Sicilia anche al di fuori dei confini nazionali e in particolare sui mercati di Usa e Germania.
Il Consorzio Doc Sicilia, a Vinitaly, ha presentato durante il Convegno i risultati delle ricerche condotte con la collaborazione di Nielsen e Wine Intelligence, mirati a offrire dati numerici e di percepito della Doc Sicilia nei diversi mercati, proprio con l’intento di approfondire queste dinamiche, in considerazione alla della crescente necessità di poter disporre di feedback affidabili sulle politiche di comunicazione e di promozione.
Tra i tanti risultati positivi raggiunti, spiccano quelli in Germania e Stati Uniti dove investire sulla DOC Sicilia si sta dimostrando una strategia vincente per le aziende siciliane e il marchio Sicilia sta conquistando assumendo un prestigio in netta crescita che fa sperare ancora meglio.
Per quanto riguarda la Campania, a Verona il Governatore De Luca ha annunciato il decreto per Falanghina Città del VinoLa Regione Campania si è presentata al Vinitaly in corso riconfermando risultati positivi, soprattutto sotto in tema di qualità. “Nell’organizzazione, miglioriamo progressivamente, le nostre aziende crescono e quest’anno siamo presenti anche con un riconoscimento importante che testimonia il valore delle nostre eccellenze produttive: ‘Sannio Falanghina Città del vino d’Europa 2019’.” – ha affermato De Luca alla conferenza stampa inaugurale, ricordando le iniziative attraverso le quali si lavora per promuovere e far crescere la CampaniaA testimoniare il ruolo fondamentale della Regione Campania al Vinitaly 2019, numeri positivi, confermati da una presenza negli stand superiore alle edizioni passate. Spazi espositivi per più di 5600 metri quadrati, oltre più di 200 aziende presenti, degustazioni, convegni, Enoteca regionale, Area Media e stavolta pure la presenza di Sannio Falanghina Città del vino d’Europa 2019, sottolineata dal Governatore della Campania: “Dobbiamo fare i complimenti al Sannio per questa investitura. Noi tutti, come campani, ne dobbiamo essere fieri ed orgogliosi. Per questo tranquillizzo i sindaci e le istituzioni del Sannio annunciando loro che a breve arriverà il decreto della Regione con i relativi finanziamenti affinché questa esperienza ottenga il successo che meritaTra le novità, alcuni giovanissimi produttori campani, alla loro prima esperienza internazionale, che hanno puntato su di una produzione di qualità, quale opportunità concreta di lavoro per i giovani del Sud che scelgono di tornare alla terra, puntando le loro carte e il loro entusiasmo sulla regione di nascita.
Nello stand dedicato ai vini irpini, 53 aziende hanno aderito all’iniziativa del Gal Irpinia per quanto riguarda la partnership con Vinitaly International, con il concorso “5starWines”.
La Basilicata è presente con Aglianico del Vulture DOC e Aglianico del Vulture Superiore DOCG, IGT Basilicata, Primitivo di Basilicata, Matera DOC, Grottino di Roccanova DOC e vino biologico, la previsione di produzione pari a circa 48,5 milioni di ettolitri nel 2018/2019, oltre 1000 ettari dedicati alle DOP, altrettanti alle IGT, specializzazione nei vini biologici con il 49% (seconda regione in Italia) di superficie coltivata ad essi dedicata.
27 cantine lucane sono presenti nella Collettiva Basilicata, coordinata dal Dipartimento Politiche Agricole e Forestali, alla più importante manifestazione dedicata al settore del vino; diverse delegazioni di buyers pure straniere.
Presentato tra l’altro il Congresso nazionale di Assoenologi che si terrà a Matera.
Riuscita iniziativa a cura dell’Associazione “Donne del Vino”, molti show cooking e degustazioni di vini lucani.
Nel pomeriggio di ieri, masterclass nella Sala IRIS Palaexpo ingresso A1 piano-1 dal titolo “E’ ora di Bere Basilicata” con degustazione alla cieca di 8 vini rappresentativi del territorio.
Tantissime anche le novità “accessorie”: l’archeo-vino, i bianchi e rossi da nuovi vitigni green, etichette ecologiche in fieno, vino invecchiato nelle acque del lago oppure maturato in miniera, tappi di zucchero o anche in versione gioiello, bottiglie con il termometro incorporato, dotate di una carta d’identità digitale e tanto altro, tra cui il vino scomponibile pugliese: in mini bottiglie di vetro da 25 centilitri, incastrate una sull’altra a formare una bottiglia unica con 3 diverse tipologie di vino.
Sono state presentate a Casa Coldiretti.
Teresa Lucianelli

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