Viaggio nella macchina del tempo

Ancora  pochi giorni e la grande avventura ricomincia. La terza settimana di marzo il Cern torna ad accendere Lhc (Large hadron collider), il più grande acceleratore al mondo di particelle, per scoprire cosa c’è dopo il Bosone di Higgs, l’ultimo mattoncino dell’Universo svelato due anni fa proprio a Ginevra. È lì, in quel cerchio di 27 chilometri a cento metri di profondità nel sottosuolo del Cern che si potrà tornare indietro di miliardi di anni riproducendo per un tempo brevissimo, e per un volume piccolissimo, scontri simili a quello del primordiale Big Bang. Ma ora, dopo mesi di lavori, la potenza dei 1.300 magneti superconduttori che compongono Lhc è raddoppiata e lo scontro tra i due fasci di particelle avverrà a 14 tev, e non più 8, come è stato fino alla scoperta di Higgs.  «Questa è una macchina del tempo che ci ha portato indietro fino a un milionesimo di milionesimo disecondo dopo il Big Bang. Con la nuova potenza immessa nella macchina diminuiremo ancora la distanza raggiungendo la metà del milionesimo di milionesimo di secondo. Un arco temporale che sembra piccolo, ma che in realtà ha prodotto cambiamenti straordinari nella formazione dell’Universo».

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