Via libera al nuovo Senato. Renzi: ‘Grazie a chi sogna un’Italia più forte’

Il Senato ha approvato il ddl Boschi con 179 sì. I voti contrari sono stati 17 e 7 gli astenuti. Questi i numeri con cui è stato fatto un passo decisivo dell’iter per l’abolizione del bicameralismo paritario. Una riforma che ridurrà i poteri del Senato e fra tre mesi vedrà l’ultimo passaggio parlamentare. Le opposizioni in rivolta non hanno votato e il Movimento 5 Stelle, la Lega, Forza Italia e Sel hanno abbandonato l’Aula. Hanno irrobustito la maggioranza i 13 senatori verdiniani e i due dissidenti di Forza Italia, Villari e Bocca. Anche mancando questi 15 voti i numeri per la riforma si sarebbero attestati a quota 164, tre in più della maggioranza assoluta. ‘Grazie a chi continua a inseguire il sogno di un’Italia più semplice e più forte. Le riforme servono a questo #lavoltabuona’ ha scritto su Twitter il premier Matteo Renzi. ‘Semplicemente una bellissima giornata. Per noi ma soprattutto per l’Italia. Grazie a chi ci ha sempre creduto. È proprio #lavoltabuona’ ha twittato il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. Del referendum sulla riforma costituzionale non ho paura, ha detto Boschi intervistata al Tg1,  e credo che gli italiani sapranno scegliere tra chi chiede un’Italia più moderna, più semplice e chi vuole rimanere ancorato al passato. Per il ministro, non c’è strumento più democratico del referendum e saranno gli italiani a decidere sul destino della riforma costituzionale. Con il via libera alla riforma costituzionale avremo un’Italia più semplice, ha spiegato, con meno poteri alle regioni, meno soldi ai consigli regionali, meno indennità per i senatori, che saranno solo 100 e non pagati, e soprattutto tempi certi per l’approvazione delle leggi, come avviene nel resto d’Europa. Non assisteremo più al ping pong tra un ramo e l’altro del Parlamento. Per Luigi Zanda l’Italia descritta spesso come un Paese immobile sta attuando un cambiamento enorme, adattando i valori costituzionali fondamentali a condizioni politiche e sociali nuove. L’importanza del voto di ieri è stata rimarcata da Giorgio Napolitano, sostenitore della riforma costituzionale al punto da metterla come condizione al rinnovo del suo mandato al Quirinale. L’ex capo dello Stato raccomandava di prestare attenzione alle preoccupazioni manifestatesi sull’Italicum e gli equilibri costituzionali. Tutti i senatori M5S sono usciti lasciando i banchi i banchi deserti non appena l’ex presidente della Repubblica ha cominciato a parlare. Sui loro banchi i senatori hanno lasciato un foglio bianco. L’intervento di Napolitano è stato ‘disturbato’ dal senatore azzurro Domenico Scilipoti, che girava con un altro foglio con la scritta ‘2011’, anno della caduta del governo Berlusconi. Per diversi minuti Scilipoti continua imperterrito nella sua protesta, tanto che il presidente Grasso fa mettere a verbale che lo ‘censura’.Durante l’intervento di Napolitano anche i senatori di Fi hanno abbandonato l’Aula. I senatori M5S sono poi rientrati per la dichiarazione di voto finale sulle riforme da parte del capogruppo Gianluca Castaldi. Quando ha iniziato a parlare, i senatori pentastellati hanno tappezzato i loro banchi con bandiere tricolori ricavate da fogli rossi, bianchi e verdi. Al termine dell’intervento di Castaldi, i senatori M5S, levando in alto il loro tesserino per il voto, hanno di nuovo abbandonato l’Aula, non partecipando così alla votazione finale sul ddl Boschi. Per i Cinquestelle la riforma ‘è fatta sulla base di indicibili accordi massonici e demolisce la Costituzione’. Il voto in Aula è avvenuto tra le proteste dell’opposizione. I senatori del Pd Corradino Mineo, Walter Tocci e Felice Casson hanno annunciato il loro voto in dissenso, mentre i senatori di Forza Italia non hanno partecipato al voto finale e hanno lasciato l’emiciclo alla spicciolata. Anche Sel non ha partecipato al voto finale sul ddl Boschi. Con le riforme il Senato sarà del tutto marginale, ha scandito in Aula Loredana De Petris, allora tanto valeva chiuderlo. ‘Usciremo dall’Aula subito dopo la nostra dichiarazione di voto coerentemente con quanto detto fin dall’inizio’, ha detto il presidente dei senatori della Lega Nord, Gian Marco Centinaio: ‘Queste riforme sono vergognose e sono il frutto di un asse malefico tra Renzi e Verdini. Noi siamo fatti di un’altra pasta’. I senatori della Lega hanno lasciato l’Aula subito dopo la dichiarazione finale di Roberto Calderoli. Il vice presidente del Senato, annunciando l’abbandono dei lavori, ha indicato all’Aula il passato, con la copia della Costituzione, e il futuro, simboleggiato da una boccetta di olio di ricino. Tutti i senatori del Carroccio, quindi, hanno abbandonato l’Aula in fila indiana. In un post su Facebook è intervenuto il presidente del Senato, Pietro Grasso, non entrando nel merito della riforma: ‘Alcuni mi hanno accusato di essere schierato con la maggioranza, altri di essere il leader delle opposizioni. In coscienza posso dire che in un clima così infuocato ho fatto di tutto per rimanere imparziale senza lasciarmi condizionare dalle ragioni degli uni o degli altri’. Grasso ha ricordato che una volta terminato l’iter parlamentare, saranno i cittadini a decidere, attraverso il referendum, se questa sia o meno una buona riforma della nostra Costituzione.  Il testo ora passa alla Camera per la quarta lettura.  L’Italia, aveva detto il premier Matteo Renzi in mattinata, puo’ essere meglio della Germania e basta col piagnisteo. Noi facciamo le riforme, con un grande abbraccio ai gufi e ai loro derivati. Oggi al Senato approviamo le riforme costituzionali in terza lettura. Si può essere o meno d’accordo su ciò che siamo facendo, ma lo stiamo facendo e la lunga stagione della politica inconcludente è terminata. Le riforme si fanno e l’Italia cambia.

Roberto Cristiano

 

 

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