Via i maestri senza laurea per sentenza del Consiglio di Stato…

Sciopero della fame per continuare a lavorare nella scuola. Inizierà il 28 aprile davanti al Ministero dell’Istruzione ed è una delle iniziative di maestri e maestre che dopo la sentenza del Consiglio di Stato di dicembre e il recente parere dell’Avvocatura generale dello Stato – a cui si era rivolto il Miur – rischiano di essere esclusi dalle graduatorie per il ruolo. Sono circa 2mila i docenti senza laurea ma con il diploma, che è stato considerato non abilitante per la cattedra di ruolo dal Consiglio di Stato, che verranno subito esclusi dalle Gae.

Una sentenza ‘terremoto’ che rischia nei prossimi mesi di mandare all’aria nelle classi della scuola primaria contratti di lavoro per l’intero anno scolastico e pure di togliere la certezza delle cattedre di ruolo già assegnate. Questo dopo il ‘dietrofont’ pronunciato dal Consiglio di Stato che, con sentenza definitiva, ha negato ai docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 il diritto all’inserimento nelle cosiddette ‘Graduatorie ad esaurimento’, la prima linea delle liste dei precari storici da dove la scuola ogni anno attinge per l’assegnazione dei posti di ruolo.

Per effetto di quest’ultima sentenza questi insegnanti corrono un duplice rischio: quello di non poter più lavorare perché i loro nomi potranno essere cancellati dalle graduatorie ad esaurimento e di vedersi poi preclusa la possibilità di nuovi contratti a tempo determinato se hanno lavorato per più di 36 mesi. Eppure sono tutti precari storici che per effetto del colpo di spugna dal 1 settembre 2018 rischiano diventare esodati.

E se dunque ai docenti protagonisti di quest’ultima kafkiana vicenda della giurisprudenza scolastica viene pur riconosciuta la validità del diploma magistrale,   come titolo di studio abilitante all’insegnamento, lo stesso titolo non dà loro più diritto a rimanere in graduatoria, per l’accesso alla quale serve partecipare a un concorso ordinario.

Secondo i sindacati, con l’arrivo nei prossimi mesi delle sentenze da parte dei Giudici del lavoro e dei Tar, il posto è potenzialmente a rischio per 10-15mila diplomati magistrali e tra questi ci sono 5.665 persone già di ruolo, che negli anni hanno maturato anzianità ed esperienza e spesso si sono trasferiti da una regione all’altra. La loro sfortuna è stata che il contratto firmato conteneva una clausola risolutiva espressa che ne mette a rischio il posto a tempo indeterminato.

La platea complessiva interessata da questa intricata vicenda si aggira attorno alle 55mila persone, ma altri conteggi parlano di 43 mila,  inserite a vario titolo nelle Graduatorie ad esaurimento. Tutti sono diplomati magistrali a cui fino al 2001-2002 è stata data la possibilità di inserirsi in graduatoria ma una legge del ‘90 aveva nel frattempo previsto che servisse la laurea per insegnare anche alle scuole elementari: da qui una pioggia di ricorsi, la concessione da vari Tar dell’iscrizione con riserva nelle Gae e poi il caos. Perché ci sono anche i circa 23mila laureati, molti dei quali vincitori di concorso, che aspirano a quei posti che i diplomati lascerebbero liberi.

Il Miur si è detto favorevole a una soluzione di tipo legislativo in sede parlamentare, nel rispetto dei diritti di tutte e tutti, a partire da quelli delle studentesse e degli studenti. Giovedì e venerdì prossimi prendono finalmente il via al ministero dell’Istruzione gli incontri da noi auspicati alla ricerca di un’equa soluzione, annuncia Mario Pittoni, senatore e responsabile federale Istruzione della Lega.

Già annunciato il ricorso alla Corte di giustizia europea e alla Corte Costituzionale.  Intanto l’Anief ha confermato lo sciopero per il 2 e 3 maggio.

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