Governo di cambiamento, ecco la ‘ricetta’ di Bersani

Il vertice del Pd a Roma si è concluso con la presentazione degli otto punti programmatici, già annunciati dal leader Pier Luigi Bersani e, che si basano su un ‘governo di cambiamento’ per lo sviluppo e la crescita dell’Italia.  “Queste proposte, che non sono ovviamente esaustive di un programma di governo e di legislatura, ma che segnano un primo passo concreto di cambiamento – sottolinea  il segretario del Pd Bersani  – vengono sottoposte a una consultazione sia riferita alle priorità sia ai singoli contenuti. A questo fine verranno messi in rete l’elenco delle proposte e, via per ogni singolo punto, i relativi progetti di legge o le specificazioni di dettaglio in modo da consentire una partecipazione attiva alla elaborazione e all’arricchimento dei contenuti”.

La prima cosa da fare secondo Bersani è porre un freno all’austerity: “Il Governo italiano si fa protagonista attivo di una correzione delle politiche europee di stabilità. Una correzione irrinunciabile dato che dopo 5 anni di austerità e di svalutazione del lavoro i debiti pubblici aumentano ovunque nell’eurozona. Si tratta di conciliare la disciplina di bilancio con investimenti pubblici produttivi e di ottenere maggiore elasticità negli obiettivi di medio termine della finanza pubblica. L’avvitamento fra austerità e recessione mette a rischio la democrazia rappresentativa e le leve della governabilità. L’aggiustamento di debito e deficit sono obiettivi di medio termine. L’immediata emergenza sta nell’economia reale e nell’occupazione”.   Il secondo punto, come si legge su tutti i giornali, vede le Misure urgenti sul fronte sociale e del lavoro mediante: pagamenti della Pubblica Amministrazione alle imprese con emissione di titoli del tesoro dedicati e potenziamento a trecentosessanta gradi degli strumenti di Cassa Depositi e Prestiti per la finanza d’impresa.  Allentamento del Patto di stabilità degli Enti locali per rafforzare gli sportelli sociali e per un piano di piccole opere a cominciare da scuole e strutture sanitarie; programma per la banda larga e lo sviluppi dell’ICT.  Riduzione del costo del lavoro stabile per eliminare i vantaggi di costo del lavoro precario e superamento degli automatismi della legge Fornero; salario o compenso minimo per chi non ha copertura contrattuale.  Avvio della universalizzazione delle indennità di disoccupazione e introduzione di un reddito minimo d’inserimento.  Salvaguardia esodati.   Avvio della spending review con il sistema delle autonomie e definizione di piani di riorganizzazione di ogni Pubblica Amministrazione.  Riduzione e redistribuzione dell’IMU secondo le proposte già avanzate dal Pd.   Misure per la tracciabilità e la fedeltà fiscale, blocco dei condoni e rivisitazione delle procedure di Equitalia.
Ciascun intervento sugli investimenti e il lavoro sarà rafforzato al Sud, anche in coordinamento con i fondi comunitari. Poi arriva la riforma della politica e della vita pubblica, come è indicato nella relazione di Bersani.  Norme costituzionali per il dimezzamento dei Parlamentari e per la cancellazione in Costituzione delle Province; revisione degli emolumenti di Parlamentari e Consiglieri Regionali con riferimento al trattamento economico dei Sindaci; norme per il disboscamento di società pubbliche e miste pubblico-private;  riduzione costi della burocrazia con revisione dei compensi per doppie funzioni e incarichi professionali; legge sui Partiti con riferimento alla democrazia interna, ai codici etici, all’accesso alle candidature e al finanziamento; legge elettorale con riproposizione della proposta Pd sul doppio turno di collegio. Al quarto punto giustizia ed equità con la legge sulla corruzione, sulla revisione della prescrizione, sul reato di auto riciclaggio; norme efficaci sul falso in bilancio, sul voto di scambio e sul voto di scambio mafioso; nuove norme sulle frodi fiscali. E sul conflitto d’interesse, sull’incandidabilità, ineleggibilità e sui doppi incarichi Bersani scrive: le norme sui conflitti di interesse si propongono sulla falsariga del progetto approvato dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera nella XV Legislatura che fa largamente riferimento alla proposta Elia-Onida-Cheli-Bassanini.  Economia verde e sviluppo sostenibile: estensione del 55% per le ristrutturazioni edilizie a fini di efficienza energetica; programma pubblico-privato per la riqualificazione del costruito e norme a favore del recupero delle aree dismesse e degradate e contro il consumo del suolo; piano bonifiche; piano per  lo sviluppo delle smart grid; rivisitazione e ottimizzazione del ciclo rifiuti (da costo a risorsa economica). Conferenza nazionale in autunno. Al 7 posto nelle priorità del Pd dice Bersani ci sono le norme sui diritti: norme sull’acquisto della cittadinanza per chi nasce in Italia da genitori stranieri e per minori nati in Italia; norme sulle unioni civili di coppie omosessuali secondo i principi della legge tedesca che fa discendere effetti analoghi a quelli discendenti dal matrimonio e regola in modo specifico le responsabilità genitoriali. Infine nella relazione programmatica il centrosinistra intende occuparsi dell’Istruzione e ricerca attraverso il contrasto all’abbandono scolastico e potenziamento del diritto allo studio con risorse nazionali e comunitarie; adeguamento e messa in sicurezza delle strutture scolastiche nel programma per le piccole opere; organico funzionale stabile, piano per esaurimento graduatorie dei precari della scuola e reclutamento dei ricercatori.

 

E’ stata fissata per questa la riunione della direzione del Pd. Il tema al tavolo della trattativa riguarda la proposta di un governo di scopo per l’attuazione delle riforme più importanti e per analizzare la situazione e trovare un punto d’incontro con i grillini. Molte le preoccupazioni ma a tenere i pensieri impegnati del leader Bersani è soprattutto quella dei voti in Parlamento. Per cui questa mattina si occuperà di chiedere ai presenti, tra cui anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi, di perseguire l’idea di un governo basato su 8 punti che trovino l’accordo in aula a Montecitorio anche del M5S. Tutto ciò ovviamente se il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, gli dà mandato di formare l’esecutivo. Intanto per Matteo Renzi: “Io sono in gioco soltanto se c’è un secondo giro”. “Tocca a Bersani e nessuno si tirerà indietro, anche se la linea non mi convince. La questione si apre se non ce la fa”. Continua il primo cittadino di Firenze, che non è a Roma per dare il ko a Bersani, al quale ha giurato fedeltà e dichiara: “Ha vinto lui, per me è il mio capo. È un tentativo molto difficile il suo, ma ha diritto alla prima mossa. E io spero che ce la faccia”.

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