Verso le elezioni europee con l’anomalia tutta italiana

In molti Paesi dell’UE le prossime elezioni assumono il ruolo delle prime vere consultazioni europee e non come nel passato, una sorta di test di tenuta dei governi nazionali. Fino a ieri l’integrazione europea era un fatto scontato, non era inviso a nessuno, sia alle forze progressiste che a quelle conservatrici. Non era un vero argomento politico. Oggi, si dice, che l’Unione Europea si è politicizzata: sono sorti movimenti anti europeisti o sovranisti e quindi gli elettori sono chiamati a prendere posizione sul futuro dell’integrazione.Il disinteresse che un tempo e il conseguente astensionismo per l’elezione del Parlamento europeo dovrebbe venir meno, perché i cittadini degli Stati si sono resi conto che la governance dell’Ue incide sul destino dei singoli stati che la compongono. Quindi nelle nuove condizioni che si sono venute a determinare, molti di quelli che si astenevano e soprattutto quelli di fede europeista, potrebbero decidere di andare alle urne e frenare la deriva sovranista ed anti europeista. L’Italia, come sovente le accade, soffre di una patologia unica, non ancora scientificamente individuata e quindi incurabile. I sondaggi ci dicono che il 70% degli italiani sono favorevoli all’Ue eppure in maggioranza sono sostenitori di un governo il più anti europeista della storia della nostra Repubblica. In queste condizioni risulterà difficile per gli italiani farsi un’idea su quale sia la vera posta in gioco. Quali siano i rischi, i costi e i benefici di una scelta o dell’altra. Una scelta chiara e oserei dire onesta intellettualmente parlando, non sarà presentata agli elettori. L’opposizione, quasi tutta filo europeista, al momento appare debole e impaurita e il tentativo di Calenda di creare un cartello pro Ue, sembra più votato ad unire la sinistra che a raccogliere in se tutte le forze che guardano con simpatia all’Unione degli Stati Europei, sia esse di destra, di centro o di sinistra. Nel frattempo il governo attraverso le sue esternazioni quotidiane, spesso contraddittorie e confuse, e gli atti posti in essere, mostra sempre di più il suo volto anti europeista.Basti pensare alla crisi diplomatica con la Francia o alle vicissitudini del progetto Tav. Per non parlare della folle pretesa di metter fine all’indipendenza della Banca d’Italia.La velleità di recuperare la sovranità nazionale, di questo passo ci porterà presto fuori dall’Unione e questo in contrasto e in dispregio palese dell’interesse nazionale. Ma nel nostro Paese c’è un’ampia area moderata di destra e di sinistra che non si è sentita rappresentata dai loro partiti e ha preferito per molto tempo non recarsi alle urne e costituisce sicuramente il nerbo più forte degli europeisti. Ma non essendo presente in questo momento una forza politica neo centrista, in grado di intercettare il loro malumore, rende impotente questa parte del Paese.Probabilmente questo governo sopravviverà alle elezioni europee sei i 5 Stelle non franeranno e la Lega di Salvini non stravincerà, o in caso di crollo dei grillini il governo esploderà. In ogni caso, ad oggi non esiste un’opposizione in grado di offrire al Paese un’alternativa valida. Dovremo sicuramente attendere nuove elezioni politiche perché gli elettori possano sollecitare scelte chiare e non equivoche sull’Europa.

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