Veronica Pivetti e la depressione: “Mi curarono male, abusai di farmaci sbagliati”. Il retroscena dell’attrice

Veronica Pivetti è tornata a parlare del periodo più complicato della sua vita. Dietro i suoi numerosi successi tra cinema, televisione e teatro si nasconde un passato difficile, segnato dalla depressione. L’attrice e doppiatrice aveva già ripercorso quei momenti nei dettagli nel suo primo libro, “Ho smesso di piangere”, pubblicato nel 2013 con Mondadori.

In una lunga intervista al ‘Corriere della Sera’ curata da Emilia Costantini, Veronica Pivetti ha spiegato di essere una persona estroversa solo all’apparenza. “In verità sono un orso – ha confidato – mai stata socievole sin da ragazzina, al contrario di Irene (la sorella, ndr) che è leader di natura”.

L’attrice, ricordando il periodo della depressione, ha raccontato che le prime difficoltà arrivarono dopo un problema alla tiroide. “Sono stata curata male, con un abuso di farmaci sbagliati. Però ho continuato sempre a lavorare”, ha detto, sottolineando che al tempo era impegnata nel Maresciallo Rocca insieme a Gigi Proietti.

E ha aggiunto: “Riuscivo a sdoppiarmi, fingevo e proprio questo mi ha aiutato: immergermi in un personaggio tutt’altro che drammatico mi faceva uscire dal mio stato depressivo”. Ma, tra un ciak e l’altro, arrivavano poi i pianti e le lacrime.

Tuttavia mai nessuno si accorse del suo delicato stato d’animo, “nemmeno Gigi”. “Nella depressione – ha poi precisato – non ti frega niente di niente, invece io avevo un compito da svolgere ed è stato salvifico“.

Tra i ricordi più bui dell’attrice non c’è stata solo la depressione, ma anche un costante e significativo senso di inadeguatezza, raccontato nel suo libro del 2017 intitolato “Mai all’altezza”. Nel corso dell’intervista al Corriere ha confidato di non essersi sentita all’altezza di chi le stava intorno sin da quando era bambina.

“Pur essendo conscia del mio valore, quando si tratta di relazionarmi con il prossimo mi sento sempre di meno“, ha spiegato, sottolineando che nonostante l’affetto del pubblico non è mai stata sicura di sé. “Ma nella seconda parte della mia vita mi dedico all’esercizio di essere più in pace con me stessa”.

Veronica Pivetti ha comunque spiegato di aver trovato sempre grande forza nel suo lavoro. Nonostante sognasse quando era piccola un futuro da ballerina e avesse provato a intraprendere la strada della pittrice dopo il diploma all’accademia di Brera, la vita l’ha portata verso la recitazione.

D’altronde è figlia d’arte, essendo il padre un regista e la madre un’attrice. Ma da loro non ha mai avuto alcun vantaggio: “L’unica cosa che mi ripetevano era di star lontano dal loro lavoro, lo definivano un ambientaccio e hanno sempre minimizzato le mie performance, non volevano che mi montassi la testa”.

E alla fine sono arrivati tanti successi: può vantarsi di essere riuscita a lavorare con gente del calibro di Verdone e Proietti, e di essere arrivata anche alla conduzione del Festival di Sanremo con Raimondo Vianello ed Eva Herzigova. E poi c’è il doppiaggio, che le ha insegnato “il rigore assoluto di un lavoro serio”.

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