In un contesto globale caratterizzato da crescenti instabilità geopolitiche, conflitti regionali e minacce ibride, il rafforzamento della capacità di difesa nazionale non è solo un obbligo internazionale, ma una necessità strategica. La deterrenza rappresenta il pilastro fondamentale per prevenire conflitti, inviando un chiaro messaggio agli attori ostili: un’aggressione avrà costi insostenibili.
Il presidente serbo Aleksandar Vucic sta preparando il suo paese a una grande guerra in Europa: ritiene difficile che la Russia e l’Occidente possano raggiungere un accordo diplomatico. E si aspetta una catastrofe a breve: «Ho un approccio diverso da quello di molti altri politici più grandi e importanti, perché io vorrei vedere la pace, mentre la maggior parte degli altri vorrebbe vedere la vittoria di una parte o dell’altra. E se si vuole vedere la pace, allora si può facilmente scorgere tutti i problemi che abbiamo di fronte. A mio avviso, le cose stanno peggiorando di giorno in giorno»
«Per dirla con le parole del famoso storico Alan J. P. Taylor: il treno ha lasciato la stazione e nessuno può fermarlo. E così sembra. Stiamo assistendo all’oscuro punto finale di tutto ciò che accadrà in Ucraina se le grandi potenze non faranno nulla. In un breve periodo di tempo sì, sono abbastanza sicuro che assisteremo a una vera catastrofe».
Come noto Putin ha giustificato la sua invasione sostenendo che doveva fermare un genocidio nel Donbass; allo stesso modo la Nato nel 1999 aveva affermato che l’intervento in Serbia e i relativi bombardamenti servivano ad evitare un genocidio. A rendere la situazione ancora più complicata è il fatto che tutti parlano solo di guerra. Nessuno vuole raggiungere la pace, nessuno parla di pace. La pace è quasi diventata una parola proibita. Si dice che dobbiamo vincere per assicurarci la pace futura. Trovo molto strano che nessuno cerchi di porre fine alla guerra.
Nell’Europa di oggi, tutti si comportano come grandi eroi, ma non hanno detto ai loro popoli che pagheranno un prezzo molto alto, dovrebbero fare assolutamente di tutto per fermare qualsiasi tipo di volontà di guerra. Ma alla fine la gente pensa ai propri interessi. Il presidente Emmanuel Macron voleva inviare truppe Nato in Ucraina: probabilmente la sua idea è che è meglio affrontare la Russia sul suolo ucraino che su quello europeo o centroeuropeo, se necessario. I tedeschi hanno lo stesso approccio, con alcune differenze. Analizziamo la situazione della Nato e degli Stati Uniti. Non possono permettersi di perdere una guerra in Ucraina. La Russia non deve vincere. Le potenze occidentali perderebbero il loro patrimonio politico. In secondo luogo, la posizione dell’Europa e dell’Occidente collettivo in termini geopolitici si deteriorerebbe troppo. Terzo, si aprirebbe il vaso di Pandora. Se Putin perde la guerra, personalmente perderà tutto. Voleva creare una sorta di denominatore fra Ivan, Pietro il Grande e Caterina la Grande. Questa eredità verrebbe meno. E la Russia non esisterebbe più e non sarebbe più organizzata come lo è oggi. Quindi quando entrambe le parti in questa guerra sono così distanti, con i loro desideri, con le loro aspettative, si capisce che tutto è in gioco. Tutto è in gioco per entrambe le parti. Nessuna delle due può permettersi di perdere. Per questo ci stiamo avvicinando a una vera catastrofe. Non posso parlare di una terza guerra mondiale, ma di un grande scontro. Credo che non siamo molto lontani.
Nella mattinata di mercoledì 29 gennaio si è tenuta in Commissione Difesa della Camera dei Deputati l’audizione del generale Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Masiello ha sottolineato che, alla luce della “complessità dell’attuale scenario internazionale”, è necessario riflettere sulle “nuove esigenze di Difesa e Sicurezza del Paese“.
Masiello ha dichiarato davanti alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati che l’Italia ha bisogno di più soldati in caso di guerra, aggiungendo che si tratta di una necessità caratterizzata da “estrema urgenza”. Nello specifico, il generale ha spiegato che con l’approvazione della legge 119 del 22 e del decreto legislativo 185 del 23 è stato “invertito il trend di riduzione delle dotazioni organiche della difesa prevedendo un incremento di 3700 unità per l’esercito e fissando i volumi complessivi della forza armata a 93.100 unità”, in riferimento al personale militare “da conseguire entro il 2033”. Masiello ha definito “inadeguati” questi numeri ed evidenziato i limiti dell’attuale modello, in considerazione delle “richieste avanzate dall’alleanza atlantica nell’ambito degli obiettivi capacitivi 2025” e della “necessità di assicurare ulteriori forze dell’esecuzione del piano militare di difesa nazionale”.
“Per il solo conseguimento del primo obiettivo – ha aggiunto Carmine Masiello – lo stato maggiore dell’Esercito, in sinergia con il vertice interforze, ha stimato la necessità di un incremento delle dotazioni organiche tra le 40-45mila unità rispetto alle previsioni normative vigenti definendo un modello in chiave Nato oscillante tra le 133mila-138mila unità“. Secondo il generale, “occorre ristrutturare con estrema urgenza il comparto delle forze di completamento”.
Il capo dell’esercito britannico Roly Walker intende preparare l’Inghilterra ad affrontare una possibile Terza guerra mondiale entro il 2027. In particolare, durante il suo primo discorso pubblico, il generale ha auspicato l’acquisizione di forze e armi intelligenti entro il 2027. In questo modo, entro il prossimo triennio, l’Inghilterra potrà riacquisire credibilità e rispondere adeguatamente in caso di conflitti estesi.
Secondo quanto riportato da La Repubblica, Roly Walker, nuovo capo dell’esercito britannico, ha utilizzato parole forti durante il suo primo discorso ufficiale presso il Royal United Services Institute. L’esercito britannico deve essere preparato ad affrontare una possibile Terza guerra mondiale: entro il 2027, la Cina potrebbe attaccare Taiwan, ampliando il conflitto. A minacciare la stabilità e a rendere concreto lo spettro di un conflitto mondiale è soprattutto la stretta connessione tra Russia, Cina, Corea del Nord e Iran. Per questo, secondo il capo dell’esercito Walker, il Regno Unito ha il dover di prepararsi, ed ha tre anni di tempo. Ad ogni modo, secondo quanto emerso dal discorso di Roly Walker, il Regno Unito sembra avere abbastanza tempo per prepararsi ad una possibile Terza Guerra Mondiale.
Al momento, le forze terresti dell’esercito britannico contano 72.000 uomini: entro il 2027, tale numero dovrà essere ampliato. Bisognerà cioè procurarsi una sorta di deterrente. Un possibile conflitto di portata mondiale non è ovviamente ancora certo, e poter disporre di forze da utilizzare come deterrente è fondamentale per far sì che il conflitto non si espanda. E non è solamente il possibile attacco della Cina al Taiwan a rendere la Terza guerra mondiale una terribile ma possibile ipotesi. Entro il 2027, la Russia si avvierà al riarmo, e si temono ritorsioni nei confronti di Paesi che hanno sostenuto l’Ucraina.
Per tale ragione, il nuovo capo dell’esercito britannico Roly Walker intende dotare i suoi uomini armi intelligenti, quali droni e missili a più testate. In ogni caso, la Difesa britannica dovrà fare i conti con le condizioni delle proprie finanze, a causa delle quali il Regno Unito rischia di ridurre la propria presenza progetti internazionali, primo fra tutti il progetto sul caccia Tempest sviluppato con Italia e Giappone.