Venezia. Maroni inaugura la sua Lega: “Sarà una rivoluzione”

 

 

“Dobbiamo avere più coraggio. Non solo protestare ma passare ad azioni concrete: la protesta fiscale, via Equitalia dal Nord. La rivoluzione può partire dal nord. E per questo invito tutti i Governatori e i Sindaci del nord, anche quelli che non sono della Lega, ad accogliere la nostra azione di protesta”. Maroni ha dato così il via alla sua Lega, quella in cui sarà  nuovo Segretario. Ed è in questa veste che ha preso parte  all’appuntamento annuale con la ‘festa dei popoli della Padania’, quest’anno orbata dalla tre giorni di ampolle sul Monviso e risalita del Po. “La rivoluzione può partire dal Nord ma è una rivoluzione gandiana verso l’indipendenza nel segno della disobbedienza”, ha detto Maroni illustrando il Manifesto in dodici punti tradotti poi nella pdl di riforma costituzionale per la Macroregione del Nord sul quale la Lega 2.0 del nuovo Segretario intende raccolgiere “milioni di firme” e promuovere un referendum. Quanto ad alleanze e Governo, “siamo unica forza politica seria che osteggia il governo Falli-Monti” e con il Pdl nessun nuovo dialogo fintanto che statrà nella maggioranza del Professore-senatore a vita. “Oggi – ha sottolineato ancora Maroni- è una festa che vale doppio: la nostra festa contro chi voleva la Lega morta, invece siamo vivi più che mai”. Sulla stessa lunghezza d’onda, in nome dell’unità interna in vista della ormai di fatto iniziata campagna elettorale, anche l’intervento di Umberto Bossi. “Avremo davanti – ha avvertito il senatur- un periodo da grande battaglia: non litigate per il mio posto o quello di Maroni. Il nemico è il centralismo romano, è la che dobbiamo colpire”. D’altra parte, “a Venezia il 15 settembre 1996 fino alla libertà o con le buone o a furor di popolo. Io – ha sottiolineato Bossi- la penso così se le parole sono troppo sussurrate c’è il rischio che la gente si disinnamori, di Roma non ci si deve fidare, Monti ha postato il federalismo fiscale nel cestino della carta straccia. Responsabilità ce l’ha anche Napolitano, poi ha chiamato Monti che è diventato senatore a vita”.

 

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