Varata la riforma del Csm. Cosa prevede

Nel Consiglio dei Ministri del 7 agosto il governo approva la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm, travolto come noto dalla vicenda Palamara.

“Sono molto orgoglioso di questa riforma, molto importante per il buon funzionamento del Csm“, esulta Bonafede nel presentare il provvedimento in conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri. “Voglio chiarire che l’obiettivo è scardinare quanto più possibile il sistema creato con le degenerazioni del correntismo. Si tratta di un passo importante per ricostruire la credibilità della magistratura agli occhi dei cittadini“.

“Allo scopo di rendere più efficiente ed al passo con i tempi il meccanismo di reclutamento dei nuovi magistrati, di garantire maggiore trasparenza al sistema delle valutazioni di professionalità, di reintrodurre criteri organizzativi verificabili negli uffici di Procura e di semplificare il procedimento di adozione delle tabelle organizzative degli uffici, il Governo è delegato ad adottare, entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge, uno o più decreti legislativi recanti disposizioni per l’efficienza del sistema giudiziario e la riforma dell’ordinamento giudiziario“, recita il comunicato stampa diramato al termine del Consiglio dei ministri.

Una delle principali novità è rappresentata dalla lotta ai gruppi e alle correnti. La riforma dispone che nel Csm non vengano creati gruppi e che ogni componente mantenga la propria indipendenza ed imparzialità. Inoltre per quanto riguarda la formazione Commissioni su nomine, valutazioni e incompatibilità ambientali e/o funzionali si procederà con sorteggio. I componenti saranno individuati annualmente. Il numero dei membri del Csm torna a 30, nello specifico 20 togati e 10 laici. I togati vengono eletti con voto in due turni in 19 collegi. Ogni collegio, in base alla riforma, deve produrre una rosa di almeno dieci candidature rispettando la parità di genere. Nel caso in cui non si arrivi ad almeno dieci candidature, l’ufficio elettorale centrale estrae a sorte le candidature mancanti prendendo in considerazione una rosa di magistrati eleggibili.

L’altra grande novità è rappresentata dalla cessazione del mandato per i magistrati che per un periodo di tempo superiore ai sei mesi hanno ricoperto cariche parlamentari o di governo. Sostanzialmente termina l’attività per chi entra in politica.

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