Vaccini e verità

Alberto Villani, primario di Pediatria e malattie infettive dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, in occasione di un corso di formazione professionale per giornalisti sul tema Vaccini bene sociale: impatto sanitario e corretta informazione. Il “caso meningite”, promosso dal Master “La scienza nella pratica giornalistica” dell’Università La Sapienza di Roma, con il supporto incondizionato di Novartis Vaccines and Diagnostics srl, si esprime sull’uso necessario dei vaccini. Il dibattito sulle vaccinazioni accende da anni gli animi dei medici e dei genitori, fatto che indica che la verità non è stata ancora individuata. I non-vaccinatori alzano qualche dubbio sulle vaccinazioni di massa obbligatorie per tutti condotte senza alcuna personalizzazione, visti anche i molti danni vaccinali registrati. L’igiene di vita in cui vengono allevati i bambini è oggi buona, i loro genitori sono più scaltri, più consapevoli e più informati sulle misure preventive, e quindi molto più attenti alle cure dei loro figli. Non è discutibile che i vaccini hanno contribuito a ridurre la morbilità e la mortalità della popolazione agendo proprio nei gruppi di bambini più deboli e che da soli forse non sarebbero stati capaci ad affrontare l’attacco delle patologie infettive pediatriche. Quindi, i vaccini sono sicuramente utili ma, come tutti i farmaci hanno certamente delle indicazioni, ma anche delle controindicazioni e delle non indicazioni. «La medicina va contro natura! Va detto chiaramente». Concetto apparentemente banale, ma invece tutt’altro che scontato e, soprattutto, nemmeno tanto compreso dall’opinione pubblica. “Se hai una crisi d’asma acuta e non cerchi di contrastarla, muori”, ribadisce Villani, uno che continuamente cerca di strappare le vite di tanti bambini alla loro fine naturale, quella a cui la condannerebbe la malattia. I vaccini possono scongiurare questo tragico evento visto che in duecento anni i vaccini hanno evitato milioni di morti e, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, entro la fine di questo decennio avranno salvato 25 milioni di persone da morte sicura. Un’indagine del Censis, realizzata nel 2014 su mille genitori tra i 22 e i 55 anni con figli di età compresa tra zero e 14 anni, mostra quanto sia superficiale e confusa la conoscenza dell’argomento. Il 70% degli intervistati dichiara infatti di saperne molto o abbastanza di vaccinazioni, ma solo il 5,6% ne indica correttamente almeno quattro tra quelle obbligatorie. Ed emerge chiaramente il ruolo dei media e in particolare del web: quasi la metà del campione (il 48,6%) attinge dai social media le informazioni sulle vaccinazioni e oltre il 42% cerca informazioni sul web per decidere se far vaccinare o no i propri figli; una percentuale non trascurabile, il 7,8%, sceglie di non vaccinarli proprio a causa di quanto ha letto in Rete. Molto alta risulta la percezione del rischio sulla meningite (67%), tanto che un 46% afferma di esserne spaventato, tuttavia il 14,1% non ha vaccinato i figli e non ha intenzione di farlo. «La ricerca evidenzia una conoscenza sommaria delle vaccinazioni da parte dei genitori, che lascia però intravedere un nuovo approccio culturale nei confronti delle vaccinazioni, in cui alla dimensione pubblica dell’obbligatorietà si affianca sempre di più quella della consapevolezza e della scelta individuale» spiega Ketty Vaccaro, direttore Welfare della Fondazione Censis. È necessaria un’informazione mirata e autorevole che si avvalga anche di campagne di sensibilizzazione con interventi nelle scuole e che preveda un ruolo di accreditamento da parte del Servizio sanitario nazionale, sostanziato anche nella gratuità dell’offerta vaccinale da parte di tutte le Regioni. I vaccini sono sicuramente utili ma, come tutti i farmaci hanno certamente delle indicazioni, ma anche delle controindicazioni e delle non indicazioni. In un Paese industrializzato e costituito da giovani genitori ben svegli, consapevoli e informati, non possiamo proporre campagne di vaccinazioni di massa, perché così facendo salveremo i bambini che avevano bisogno della vaccinazione, ma causeremo dei danni ai bambini che non ne avevano bisogno e che dal vaccino sono stati immunologicamente squilibrati perché vaccinati troppo precocemente e cioè quando il loro sistema immunitario era totalmente impreparato a gestire tanti antigeni insieme direttamente e improvvisamente a livello sistemico.

Clementina Viscardi

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