epa05809122 US President Donald J. Trump discusses the Federal budget over lunch in the Roosevelt Room of the White House in Washington, DC, USA, 22 February 2017. EPA/Olivier Douliery / POOL

USA: l’ira di Trump per Russiagate, sveglio da prima dell’alba con tv accesa

Si è svegliato prima dell’alba, ha acceso la televisione ed ha aspettato, asserragliato nelle stanze private del presidente alla Casa Bianca, che scoppiasse la bomba, annunciata, del Russiagate.

Così viene descritta, da 20 diverse fonti ascoltate dal Washington Post , la nuova giornata dell’ira del presidente per l’inchiesta che, ora che sono arrivate le prime incriminazioni, ed i primi arresti, per i suoi ex consiglieri, fa tremare ancora di più la sua presidenza. Invano lo staff della West Wing l’ha aspettato nello Studio Ovale, TRUMP è rimasto tutta la mattina davanti alla tv, fumando letteralmente di rabbia di fronte all’affollarsi nei vari show televisivi e nei programmi delle all news di commenti, analisi, politiche e legali, sugli ultimi, esplosivi sviluppi dell’inchiesta del procuratore speciale, Robert Mueller. Esasperazione, disgusto e rabbia crescente: così le persone vicine a TRUMP descrivono i sentimenti manifestati ieri dal presidente, mentre scorrevano sul teleschermo le immagini del suo ex manager, e confidente, Paul Manafort che si costituiva all’Fbi.

E sulle prime si è potuto sentire, nonostante tutto, sollevato dal fatto che le pesanti accuse rivolte a Manafort ed a Rick Gates si riferivano ad attività precedenti alla campagna (“non c’e’ COLLUSIONE”, ha twittato a metà mattina), poi la notizia del coinvolgimento di George Papadopoulos ha dato il colpo finale. La vicenda dell’ex consigliere di politica estera della campagna, che come è stato reso noto solo ieri nei mesi scorsi si è dichiarato colpevole di aver dichiarato il falso alla Fbi sulle sue attività di mediazione tra TRUMP e Vladimir Putin, fornirebbe una chiara prova dei legami tra la campagna di TRUMP e funzionari russi. Gli avvocati Ty Cobb, John Dowd e Jay Sekulow, che TRUMP ieri ha consultato ripetutamente rovesciando tutta la sua rabbia, hanno esortato il presidente ad essere molto cauto nelle dichiarazioni pubbliche a riguardo. “Questo non ha causato grande agitazione o attività alla Casa Bianca”, ha però dichiarato, in pubblico, Cobb, cercando di dare un’immagine di ‘business as usual’, smentita dall’atmosfera di grande ansia e preoccupazione palpabile nelle stanze della West Wing.

“Il cerchio si sta chiudendo, tutti sono nel panico”, ha commentato al Post un esponente del Gop in contatto con alti funzionari dell’amministrazione, molti dei quali si chiedono quali saranno i prossimi obiettivi di Mueller. Senza contare che TRUMP, rivelano ancora le fonti, è sempre più allarmato da una possibile espansione dell’inchiesta di Mueller nelle questioni finanziarie della campagna 2016 e delle possibili conseguenze per lui e per i suoi familiari.

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