Usa, Assange plaude a decisione Obama: Manning è un’eroina

Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, ha definito la soldatessa Chelsea Manning, la cui pena è stata commutata ieri dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, “un’eroina”, e ha chiesto che si ponga fine alla guerra contro gli editori che hanno denunciato gli abusi. In una nota divulgata oggi, il giornalista esprime soddisfazione per la decisione di Obama e afferma che Manning, che passò a Wikileaks migliaia di documenti segreti sull’amministrazione statunitense, non dovrebbe essere condannata. “Manning è un’eroina, in cui coraggio dovrebbe essere applaudito. Giornalisti, editori e le sue fonti sono servite all’interesse pubblico e incoraggiano la democrazia distribuendo informazioni autentiche su importanti questioni, come la violazione dei diritti umani e gli atti illegali di funzionari del governo”, ha spiegato Assange in una nota distribuita alla stampa dal sito Wikileaks.

Assange, che è rinchiuso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, sottolinea che la ‘guerra’ dell’amministrazione di Obama contro coloro che denunciano abusi e gli editori “deve arrivare alla fine”. Il giornalista ha chiesto rifugio all’ambasciata ecuadoriana nella capitale britannica nel giugno del 2012 per evitare l’estradizione in Svezia in relazione a presunti reati sessuali. Assange crede che se fosse estradato in Svezia potrebbe essere poi trasferito negli Stati Uniti per essere processato per spionaggio per il caso Wikileaks. La scorsa settimana Assange aveva annunciato di essere disposto a essere estradato negli Stati Uniti se Obama avesse graziato Manning.

La Svezia reclama da tempo l’estradizione di Assange per chiarire il suo presunto coinvolgimento in quattro casi di abuso sessuale che il giornalista ha sempre negato. Obama ha annunciato ieri la commutazione della pena di Manning, che uscirà dal carcere il 17 maggio dopo aver scontato sette dei 35 anni a cui era stata condannata.

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