Un’aula gremita, decine di interventi e una parola chiave che ha fatto da filo conduttore: futuro. È stato un successo di partecipazione l’incontro pubblico “Università: questione nazionale, questione territoriale”, promosso dal Partito Democratico Puglia e dai Giovani Democratici lunedì 14 aprile presso l’Officina degli Esordi. Un momento di confronto aperto e sentito che ha riunito studenti, ricercatori, docenti e rappresentanti istituzionali per discutere del presente e del domani dell’università italiana, con un focus particolare sulla situazione del Mezzogiorno.
Nel corso dell’incontro, il professore Gianfranco Viesti, economista dell’Università di Bari, ha tracciato un quadro preciso delle disuguaglianze territoriali che minacciano l’unità del sistema universitario nazionale, denunciando l’impatto negativo delle politiche che favoriscono la concentrazione delle risorse su pochi atenei cosiddetti “di eccellenza”, a scapito di quelli più piccoli o meridionali.
A prendere posizione anche il rettore dell’Università di Bari, Stefano Bronzini, che ha posto l’accento sul ruolo insostituibile delle università pubbliche nel tessuto sociale e culturale del Paese, ribadendo la differenza sostanziale tra un’università reale, radicata nel territorio e in relazione con le persone, e i modelli formativi totalmente online, sempre più presenti ma incapaci di offrire la stessa esperienza educativa, relazionale e civica.
Tra gli interventi più apprezzati, anche quello di Isanna Maldarizzi, in rappresentanza dei Giovani Democratici Puglia, che ha sottolineato la centralità dell’università come spazio di libertà, democrazia e crescita collettiva. Maldarizzi ha richiamato l’attenzione sulle criticità del sistema pugliese – dalla carenza di residenze universitarie ai ritardi nelle borse di studio, fino alla scarsa integrazione con il mondo del lavoro – ribadendo la necessità di una visione integrata e strutturale: «Serve una vera Regione Universitaria Puglia, che investa sul sapere e sulla qualità della vita studentesca. L’università non può essere un privilegio, ma un bene comune, accessibile, partecipato e radicato nel territorio».
A margine dell’incontro, Domenico De Santis, segretario regionale del Partito Democratico Puglia, ha dichiarato: «L’università non può essere considerata solo un luogo di formazione, ma deve tornare ad essere un laboratorio di pensiero e innovazione per il territorio. Serve una riforma profonda che metta al centro i bisogni degli studenti e le condizioni di chi fa ricerca. Da parte nostra, come PD Puglia, c’è la volontà di accompagnare questo processo con responsabilità e ascolto».
Particolarmente significativa la presenza e l’impegno dei Giovani Democratici di Bari, che attraverso la voce di Umberto Di Rienzo hanno ribadito il valore politico di questo momento: «Siamo estremamente soddisfatti della partecipazione registrata all’incontro, che dimostra come ci sia una domanda forte di ascolto e confronto reale. Per noi non è stato solo un evento, ma l’inizio di un percorso. Concepire il futuro dell’università significa innanzitutto riconoscere che essa è abitata da una comunità complessa – studenti, ricercatori, personale, docenti – che troppo spesso non viene coinvolta nei processi decisionali che la riguardano. Il nostro obiettivo è proprio questo: aprire spazi democratici dove ciascuna di queste voci possa trovare ascolto e rappresentanza».
«Ciò che vogliamo costruire – ha continuato – è una nuova stagione di riflessione sull’università pubblica, sul suo ruolo, sul suo assetto interno, per continuare a garantirne la funzione di strumento di emancipazione sociale. Ma allo stesso tempo dobbiamo rilanciare l’università come attore vivo del territorio, capace di dialogare con le realtà sociali e istituzionali che la circondano. L’università deve essere parte integrante della città, non un corpo estraneo. Solo così possiamo immaginare una riforma vera, che non si limiti a cambiare regole dall’alto, ma parta dalle esigenze reali delle persone che la vivono ogni giorno».
Tra i presenti anche il sindaco di Bari Vito Leccese, che ha ricordato l’importanza storica dell’università nel processo di crescita della città, sottolineando come l’ateneo barese sia stato negli anni un presidio di formazione, cultura e impegno civile.
Nel corso del dibattito, l’ADI – Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia – ha lanciato un duro monito: «Il sistema universitario post-PNRR presenta gravi criticità. Gli investimenti straordinari, privi di una strategia strutturale, hanno aumentato la precarietà senza offrire stabilizzazione. Servono politiche coraggiose che riconoscano la ricerca come risorsa e non come spesa da contenere».
A chiudere l’incontro è stato Alfredo D’Attorre, responsabile nazionale università del Partito Democratico: «Da Bari, da una grande università del Sud, rilanciamo la battaglia per un’università pubblica, nazionale e inclusiva. Contro le disuguaglianze tra atenei, contro un’idea distorta di autonomia che mette in competizione le università e concentra le risorse su pochi centri di presunta eccellenza. Vogliamo una politica universitaria che si occupi di diritto allo studio, di benessere studentesco, di servizi, di lotta alla precarietà dei giovani ricercatori. Serve un grande investimento, perché l’università è la chiave del futuro del Paese. E il Sud, con Bari, deve essere protagonista di questa sfida».
Il confronto si è concluso con un impegno chiaro: proseguire il lavoro nei prossimi mesi, trasformando la partecipazione di oggi in proposta politica concreta, affinché l’università torni ad essere davvero un bene comune.