Unimpresa contro le banche

Nonostante il calo delle sofferenze, le banche  continuano a tirare i remi in barca quando si tratta di concedere prestiti alle aziende. Lo rileva Unimpresa, che lancia un allarme liquidità per le aziende, alle prese con bollette energetiche particolarmente salate. L’associazione fa notare che, a giugno 2022, a fronte di un calo di 13 miliardi dei crediti deteriorati in un anno (35 miliardi, -27%) i prestiti alle imprese sono fermi al palo.

In altre parole: pulizia dei bilanci dai crediti deteriorati e zero rischi sul versante di nuovi finanziamenti, cresciuti solo dello 0,43% e passati da 666 miliardi di giugno 2021 a 669 miliardi di giugno scorso (+3 miliardi). Una situazione che, secondo Unimpresa, rischia di avere conseguenze pesanti sull’economia reale, soprattutto sulle attività imprenditoriali.

I finanziamenti delle banche a imprese e famiglie

Secondo il Unimpresa, che ha rielaborato dati della Banca d’Italia, lo stock dei prestiti al settore privato è passato da 1.316,7 miliardi di giugno 2021 a 1.344,2 miliardi di giugno 2022, in aumento di 27,5 miliardi (+2,09%). Nel dettaglio, i prestiti alle aziende sono rimasti sostanzialmente stabili, passando da 666,1 miliardi a 669,1 miliardi, in crescita di 2,8 miliardi (+0,43%).

Sono saliti di 9,2 miliardi (+6,31%) i prestiti a breve termine, da 145,8 miliardi a 155,1 miliardi, mentre sono calati sia i prestiti a medio periodo (fino a 5 anni) da 159,1 miliardi a 154,4 miliardi, con una riduzione di 4,7 miliardi (-2,98%), sia quelli a lungo periodo (oltre 5 anni) da 361,1 miliardi a 359,4 miliardi, con una diminuzione di 1,5 miliardi (-0,44%).

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