Unesco e i 53 siti italiani patrimonio dell’umanità

E’ come aprire un album da sogno: città fortificate e meraviglie della natura, siti archeologici e monumenti d’ogni tipo. A vederli tutti in fila, i gioielli italiani che l’Unesco ritiene ‘patrimonio dell’umanità’ non si può trattenere un moto di stupore, meraviglia e un pizzico d’orgoglio. L’Italia è al top, nell’impegno di custodire questi tesori di tutto il mondo, che proprio oggi sono saliti alla bella cifra di 53, con l’introduzione nella Lista del patrimonio dell’Umanità delle faggete secolari e delle opere difensive veneziane l’Italia a Palmanova, Bergamo e Peschiera del Garda. Il resto dell’Europa, quanto a patrimoni Unesco, segue da lontano con l’affanno: Spagna (46 siti) e Francia (42), i Paesi più riconosciuti, sono comunque molto meno presenti. Piuttosto a insidiare il nostro primato di Belpaese avanza la Cina, che ci tallona con 52 siti patrimonio dell’umanità.

‘Siamo un’autentica superpotenza di cultura e bellezza’, gongola il ministro degli Esteri Angelino Alfano. mentre Dario Franceschini, titolare della cultura, annuncia le new entry: ‘Le antiche faggete e le Opere di difesa veneziane. La decisione è stata presa dalla 41esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale in corso a Cracovia’.

Quanto alle ‘new entry’, sotto la voce ‘Opere di difesa veneziane tra il XVI e il XVII secolo’ sono state ‘premiati’ tre siti: la splendida città fortezza di Palmanova, voluta dalla Serenissima per difendere la cristianità dalla furia degli ottomani; le alte mura di Bergamo con i loro passaggi sotterranei, le 200 bocche da fuoco e le cannoniere; gli alti muraglioni bastionati di Peschiera del Garda, che sembrano nascere direttamente dalle acque del lago.

Una ‘medaglia’ anche per dieci secolari faggete incantate, che si estendono dalla Toscana alla Calabria: quasi tutte fanno parte di parchi naturali, come quelle che si trovano sull’Appennino tosco-romagnolo e che fanno parte della riserva di Sasso Fratino, nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Scendendo nel Lazio, la provincia di Viterbo, che ospita ben due faggete secolari: quella del Monte Cimino, a Soriano del Cimino, e quella del Monte Raschio, nel Parco naturale di Bracciano-Martignano.

Tra le altre faggete secolari riconosciute patrimonio dell’umanità ci sono quelle del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e, in Puglia, quelle della Foresta Umbra, con piante alte fino a 50 metri che si trovano nel cuore del Parco nazionale del Gargano. Tra Basilicata e Calabria c’è la Foresta vetusta di faggio di Cozzo Ferriero del Parco nazionale del Pollino, che si estende per circa 70 ettari, con piante di quattro secoli.

 

 

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