Una politica d’integrazione senza complessi di colpa

Limiti del multiculturalismo

E’ nostro dovere offrire agli immigrati protezione ed opportunità, godimento dei diritti ed eguaglianza difronte alle leggi. Ma non bisogna esitare nel chiedere con fermezza il rispetto delle regole.Il multiculturalismo occidentale è alimentato da decenni dal pregiudizio che la nostra civiltà si sarebbe macchiata di misfatti superiori, in termini di quantità e di qualità,a tutte le altre, e quindi ha il dovere morale di mostrare un’attenzione ai limiti dell’esasperazione verso tutti quei gruppi non occidentali, percepiti per definizione come potenziali vittime di soprusi.Il multiculturalismo consiste nell’idea che in una società debbano convivere culture diverse.La difficoltà sta nel fatto che la cultura non è un vestito che ognuno può infilarsi o sfilarsi a proprio piacimento. Quando se ne possiede una e si ha intenzione di mantenerla, diventa pressoché impossibile adottarne un’altra.Se si crede in certi valori è arduo, se non impossibile, farne propri altri allo stesso tempo. Non a caso una società realmente multiculturale, che non è quella che ci propinano nei films dove tutti contenti e felici mangiano allo stesso desco il cous cous o indossano una pittoresca djellaba, ma è è caratterizzata da una molteplicità paritaria di culture, questo tipo di società non esiste in nessun luogo del pianeta. In ogni società vi è una cultura dominante che detta il quadro delle regole generali. Regole che anche nel caso delle attuali società democratiche , non sono mai neutre, quindi condivisibili da tutti senza problemi.Esse rappresentano e tutelano determinati modelli di vita, determinati valori, frutto di una determinata storia, soprattutto religiosa. Occorre, quindi, il coraggio unito all’onestà intellettuale di farlo capire a coloro che vengono da noi, non tralasciando il fatto che vale soprattutto per coloro che provengono dal mondo islamico. Per gli immigrati in generale, integrarsi significa rinunciare ad una parte della loro cultura o quantomeno accettare che l’ambito d’influenza della stessa incontri dei limiti piuttosto significativi. E’ scontato che dobbiamo assicurare agli immigrati protezione, opportunità, godimento di diritti ed eguaglianza. Bisogna facilitarne l’ingresso nel mondo del lavoro soprattutto garantendoli dallo sfruttamento di padroni senza scrupoli ed in alcuni casi concedere la nazionalità. Ma non dobbiamo esitare ed eventualmente imporre il rispetto di alcune regole. Che per esempio dopo un certo periodo di tempo per ottenere il permesso di soggiorno occorre la conoscenza della lingua italiana. Che la predicazione nei luoghi di culto non debba avere carattere politico. Che le mogli all’interno dei nuclei familiari debbano avere accesso alla lingua italiano e libertà di movimento. Che l’obbligo scolastico sia rispettato per entrambi i sessi. Che le adolescenti non vengano rispedite nei paesi d’origine per contrarre matrimoni combinati. Solo pochi esempi di questioni più generali che le classi politiche del vecchio continente dovrebbero affrontare. E’ inutile nascondersi che in questo ambito l’Unione Europea ha fatto poco o quasi nulla, quindi il governo italiano potrebbe far da solo. Con un po’ d’immaginazione e fermezza e senza paura di avere coraggio non ha che da guadagnarci, in ogni caso.

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