Una maschera politically correct regia di Selene Gandini

SELENE GANDINI

Il lavoro in teatro sopra e fuori dal palco

Selene Gandini classe 1980, ha iniziato a studiare in teatro all’età di 10 anni e all’epoca era un qualcosa di assolutamente speciale e non ordinario.

Nel momento in cui ha scelto il teatro come mestiere per la vita, ha intrapreso parallelamente una ricerca costante sull’insegnamento rivolto ai bambini e agli adolescenti, in Italia e in Francia. Ha avuto la fortuna di avere un maestro come Giorgio Albertazzi , incontrato sul palcoscenico per il suo dodicesimo compleanno. Negli anni ha approfondito e messo a punto diversi esercizi che hanno dato vita ad un metodo a cui ha dato il nome di Isola che c’è: un luogo dove ciascuno possa non solo esprimere se stesso, ma incontrare gli altri confrontandosi con la realtà e l’invenzione. Durante la pandemia ho continuato a seguire i miei ragazzi e con loro abbiamo creato un cortometraggio “Don’t cross the line”, facendo emergere le paure legate alle distanze che si stavano percependo,ma non solo. Era importante che ciascuno potesse metabolizzare attraverso la creatività quello che stava accadendo. Tornati in presenza la prima cosa che ho fatto è trovare uno strumento che potesse trasformare la mascherina , che veniva vissuta come un ostacolo alla comunicazione , in un mezzo efficace per esprimere le nostre emozioni più profonde ed è così che i miei allievi, dai più piccoli ai più grandi, hanno indossato la maschera neutra e hanno dato vita a mondi straordinari.

Lo spettacolo Una maschera politically correct in scena martedì 29 novembre al Teatro Ghione di Roma alle ore 20.30 è la conseguenza ma anche la prosecuzione dello sperimentare di Selene Gandini nuove strade con i suoi allievi, legate sempre a quello che viviamo nel presente e proiettati verso un futuro consapevole e creativo.

Il testo e la realizzazione della messa in scena pongono l’attenzione sulla relazione, il conflitto, l’ascolto, il confronto ed è per questo che sono stati scelti i giovanissimi attori provenienti dal laboratorio teatrale del nostro teatro (alcuni divenuti ormai professionisti), affinchè il loro talento parlasse ai propri coetani.

In Una maschera politically correct ci troviamo in una società del futuro o semplicemente una società immaginaria (SOCIETA’ 5.0) , le cui città sono suddivise in quartieri specifici al gruppo di appartenenza (quartiere dei new age, quartiere dei complottisti, quartiere degli influencers, quartiere dei vegani ecc…..). Una società amplificata rispetto ai meccanismi e le regole che ci circondano ( il mondo del politically correct, i social, la tecnologia e le interazioni viruali, il potere, la paura di relazionarsi, di amare ed essere amati….) . I personaggi della storia non hanno nomi ma si presentano agli altri per il lavoro che fanno o per il quartiere di provenienza. Si ritrovano in uno spazio, una sorta di sala d’attesa, invitati ad intraprendere un viaggio senza conoscerne la meta. Indossano delle maschere neutre, imposte dalla società in cui vivono e attraverso quest’ultime guardano gli altri, indagando sul corpo e la gestualità, prima di accedere ad un universo di parole. Qualcuno deciderà di togliersi la maschera, rivelando la propria vita all’interno della società 5.0 , qualcun altro avrà paura di quello che può succedere e continuerà ad indossarla. Una voce che viene da fuori interrompe di tanto in tanto la loro attesa, provocandoli e svelando pian piano la verità su quel viaggio che potranno decidere di intraprendere.

Info e Prenotazioni Teatro Ghione

Telefono:

06/6372294

Email:

info@teatroghione.it

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