Una legge sulla musica live in Italia secondo il modello britannico

«Condivido la petizione di Stefano Boeri e ciascuno degli appelli che mi sono arrivati dal settore musicale italiano». Massimo Bray, Ministro dei Beni Culturali, risponde positivamente alla lettera inviata dall’ex assessore alla Cultura di Milano per l’introduzione di una nuova legge che regoli, in favore degli artisti emergenti e delle piccole realtà di settore, la musica dal vivo in Italia.

In altre parole si punta a una semplificazione di permessi e procedure burocratiche che complicano l’organizzazione di eventi live serali con pubblico contenuto. Attualmente, infatti, ci si scontra con un sistema normativo che ostacola la crescita di giovani musicisti, l’offerta di piccoli locali e un importante indotto economico. «Ci serve una normativa che stabilisca delle regole ragionevoli – ha spiegato Boeri nel suo messaggio – come l’autocertificazione in rete degli spettacoli, una soglia massima di spettatori, orari condivisi per la musica su tutto il territorio nazionale; regole valide per tutti: gestori, artisti, fruitori, residenti». La proposta di legge è stata concordata dalla Siae e dall’ex Enpals. Si attende l’inizio dei lavori.

Il modello di riferimento è la legge “Live Music Act”, entrata in vigore lo scorso ottobre in Inghilterra e con cui si liberalizzano i live con meno di duecento spettatori entro le ore 23. Inoltre, incentiva le band che si esibiscono in acustico.

Riccardo Rapezzi

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