‘Un tiro mancino’, romanzo di Monica Florio, edito da L’Erudita

Monica Florio nel romanzo  ‘Un tiro mancino’ descrive  una storia contemporanea che esplora le realtà adolescenziali di tre ragazzi, due tredicenni,  Milena e Veronica, fortemente infatuate del quindicenne Marco. Naturalmente i protagonisti citati sono inseriti in un contesto narrativo composto da famiglie, scuola, interessi, amenità e stile personale da elaborare e personalizzare da parte dei protagonisti. Le famiglie, nella fattispecie, possono essere  unite o composte da genitori separati e legati a nuovi legami che possono scatenare nei figli reazioni forti,   avverse e legate a forme  di gelosia che li fa sentire trascurati. Milena ama gli animali, è poco interessata al vestiario a differenza di Veronica fortemente legata ad una presunta eleganza. Veronica è goffa nei comportamenti,   non si ama per il suo aspetto fisico,  manca di naturalezza comportamentale ed è, da adolescente, fortemente aggressiva e malevola nei confronti di Milena che nutre interessi analoghi nei confronti di Marco. Tutto qui? Assolutamente, no! Marco frequenta una palestra, ama la forma fisica, adora la musica, scrive poesie ed altro. Milena lo conosce in palestra. E’ una storia dei nostri giorni, come poteva essere una storia di ieri, come poteva essere la storia della madre di Milena, come forse è stata la storia della madre di Milena, legata ad una amica dell’epoca con la quale divideva l’interesse per un ragazzo e, magari, è riuscita  a sposarlo. Ovviamente l’epoca è diversa, si usciva e si rientrava a casa nel tardo pomeriggio, mai di sera, non esistevano i selfie, non c’erano i telefonini, solo il telefono di casa, magari duplex, e la bellezza del tutto si trovava nel fantasticare. Le due ragazze  sono diverse:  Milena  è romantica e sognatrice, Veronica è cinica ed  ambiziosa, ma è cinica grazie alle sue insicurezze visto che  immagina di poter usare la chirurgia estetica non appena maggiorenne per un intervento di rinoplastica. Tutto è nella normalità di adolescenti che attraverso i colpi duri legati alla crescita saranno persone diverse attraverso la formazione caratteriale e personale. ‘Un tiro mancino’ di Monica Florio è uno scritto che, di nome e di fatto, narra di atti dannosi ed  insidiosi che si svolgono  nella storia dei tre ragazzi,  della loro amicizia, che si svolge, come detto,  attraverso bugie, incomprensioni  e rivalità. In semplici parole, come è ovvio che accada oggi e come è ovvio che accadesse nel passato. Il tutto è, ingrandito e ridotto  attraverso  uno zoom che ne amplia,   e ne  focalizza nei dettagli,  le reazioni. Marco nel corso di un incontro con Milena le confessa di provare interesse per altri ragazzi e di essere legato ad Andy, un ragazzo che vive a Londra. In una parola  le confessa di essere gay e descrive questo in una poesia:

Per le strade di Londra

Mano nella mano

Camminiamo

Liberi e innocenti

Come bambini che giocano

a scansare le pozzanghere.

Per le strade di Londra

Abbracciati

Vaghiamo senza meta

Finalmente padroni delle nostre vite

devastate

dal ricordo dei silenzi e degli sguardi furtivi

che pesano più di una condanna.

Parlando di poesie e di amori omosessuali è ovvio pensare al rapporto che legava Paul  Verlaine e Jean Arthur Rimbaud, poeti maledetti e amanti. Basterà pensare che ha tenuto banco in Francia una disputa sulla loro  sepoltura.  Partì lo scorso anno per questo motivo una petizione, firmata da circa un centinaio di personalità francesi, per far seppellire le spoglie dei due poeti nel Pantheon di Parigi, cimitero delle grandi personalità francesi come Voltaire, Rousseau Dumas e Hugo, dalla quale erano stati esclusi perché gay. In ‘Un tiro mancino’ Milena commette un’imprudenza confessando a Veronica che Marco è Gay. Veronica più arrabbiata che delusa diffonde la voce tra amici e compagni di scuola. A seguito di questo Marco viene brutalmente picchiato da due ragazzi che,  coperti dai caschi, non vengono riconosciuti. Naso fratturato,  Marco in ospedale è assistito e visitato dalle ragazze, dalla madre, dall’istruttore della palestra.  Marco dagli occhi riconosce uno degli aggressori, che frequentava la stessa palestra. Il romanzo di Monica Florio  con misura ed eleganza esplora una storia di omofobia e bullismo trovando un magico equilibrio di scrittura nella struttura narrativa mai prestata alla brutalità  e alla spettacolarizzazione del dolore e della sofferenza. Romanzo da leggere per delicatezza di scrittura e contestualità.  Monica Florio, giornalista pubblicista,  nata a Napoli, ha pubblicato:  ‘Il guappo’, ‘Nella storia, nell’arte, nel costume’,   ‘Il canto stonato della Sirena’, ‘Puzza di bruciato’, ‘La rivincita di Tommy. Una storia di bullismo omofobico’, ‘Ragazzi a rischio. Una nuova avventura per Tommy’, ‘Acque torbide’, ‘Storie di guappi e femminielli’.

Roberto Cristiano

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